sabato 24 dicembre 2011

LA LINGUA (del) NATALE

Le espressioni di Gianluca, il suo modo di parlare, gli sguardi di Giuseppe con gli occhi che dicono tutto quel che vogliono dire, mi fanno pensare: perché non so parlare la loro lingua? O, meglio, perché non la so parlare più? Mi sforzo di capire quello che dicono traducendolo in una lingua che loro ancora non parlano, ma che conoscono perché la sentono parlare da quando sono nati. Quella stessa lingua che gli faremo parlare mandandoli a scuola. O per fargli dimenticare quella che parlano adesso. E allora, ogni tanto (consiglio che dò a tutti i papà), bisogna parlare una lingua inventata, casuale magari, ma piena di espressioni e sguardi, così da non dimenticare e non far dimenticare del tutto questo lunghissimo periodo della lingua natale. E a proposito di un altro Natale, che Vivian definisce surreale, ecco il nostro albero, per la comunità 2%, che Gianluca e Giuseppe hanno disegnato sul loro tavolino in fòrmica, forse disegnando in quella maniera natale che, anche lì, siamo soliti dimenticare a favore di una espressività inutilmente comprensibile.


giovedì 22 dicembre 2011

natale formato famiglia

il natale è la festa di una famiglia surreale, nata in modo surreale, nella quale un figlio viene concepito in modo oltremodo surreale. e allora perché non allargare il discorso a tutte le famiglie? tutte ma proprio tutte. perché tutte sono surreali a modo loro.
quelle multietniche, quelle formate da un uomo e una donna, quelle con due papà o due mamme, le coppie sposate, quelle di fatto, la famiglia delle nonne e delle zie, la famiglia della scuola.
in questi ultimi giorni ho pensato, guardando i due che è solo un caso che loro siano qui, che siano i miei figli. i due sono arrivati, mi somigliano, nelle cose belle e in quelle meno belle, sono qui e mi chiedono di crescere ma anche di giocare, di crescere a forma di gioco, và. diciamo così.
da quando frequentano l'asilo altre persone si prendono cura di loro,
li accolgono, li fanno crescere insieme ad altri, certo io ho sempre un ruolo di primo piano nella loro vita, ma credetemi, la sensazione che vorrei tanto fare arrivare al vostro cuore è che chiunque si prenda cura di loro, li accompagni, li faccia ridere e divertire per un pò, li pensi, ecco magicamente entra nella loro vita.
o meglio, io da madre vi dico: sono qui, liberi di amare e di legarsi a chi sentono vicino, a chi li rende felici, io vorrei come prima cosa renderli liberi.

sarà che da quando è iniziata l'esperienza dell'asilo ci siamo aperti al mondo con loro, sarà questo si, ma io li vedo sereni e aperti, in un costante movimento curioso, li vedo gettarsi sulle cose con le mani prima ancora che con il pensiero.
stanno imparando a creare delle relazioni, a vivere in gruppo, a sentirsi parte di un mondo più grande del nostro piccolo mondo. ogni giorno li vedo avvicinarsi in maniera fiduciosa ad altre persone, li vedo porgere la mano, o stringerne una che gli viene offerta, li vedo fare un saluto quando andiamo a casa, perché sono sicuri di ritornare, sicuri che questo posto, l'asilo, è ormai il loro posto.

vivono la diversità senza percepirlo, senza saperlo. come dovrebbe essere per noi.
con il cuore aperto, senza quei filtri che ci fanno perdere solo tempo
quelli che ci catalogano in uomini e donne, in razze, in ruoli precostituiti.
ho sempre guardato il mondo con occhi liberi, ancora di più da quando ho due figli.
ogni giorno guardo con i loro occhi quando cammino con loro, quando entriamo all'asilo e incrociamo altri volti, felici e stanchi, di bambini, bambine, mamme e papà.


e poi devo proprio dirlo, mi sono profondamente commossa durante la festa di natale quando ho sentito i genitori che auguravano buon natale e buon anno nella loro lingua.
mentre pronunciavano quelle brevi frasi ho guardato gli occhi, i sorrisi, ho percepito nella loro lingua tutte le tradizioni lasciate a casa e quelle portate qui e trasmesse ai figli e io mi sono sentita parte di un pezzo di mondo, quello vero, quello che la crisi non lo ferma, quello che si carica il peso lieve dei figli e lo fa diventare ricchezza per tutti.
prima che cominciasse la festa ho osservato i genitori in attesa, mamme e papà, solo mamme o solo papà.
avrei voluto chiedere una cosa a ciascuno di loro, che so io anche soltanto il loro nome. poi mi sono avvicinata alla mamma di boziana e le ho chiesto quanto tempo impiega per sistemare i capelli a sua figlia, lei mi ha detto un'ora, che amore paziente! ho pensato.
(però ho subito lasciato perdere l'idea di fare la stessa cosa con giuseppe per il quale avevo pensato a questa soluzione, visto che ha i capelli lunghissimi).
arriva dalla costa d'avorio, una parte di famiglia sta ancora lì. e il suo pensiero pure e si vede, negli occhi. le ho fatto delle foto (scusa mamma di boziana, ecco vedi non ti ho chiesto il nome, se ti va te le stampo e te regalo, davvero).
poi ho parlato con la mamma di valeria e victor, per proporle passaggi di vestiti. ok ci sta, è fatta. basta poco vedi. can i give you a clothes for your baby?
ecco per me natale è già passato, quest'anno è arrivato prima il 19 dicembre, e lo abbiamo festeggiato all'asilo frequentato dai due, un natale di famiglie allegre e numerose.
papà e mamme che ogni giorno lavorano per i loro figli, mamme precarie ma in costante ricerca, mamme che sperimentano.
non vorrei dire, anche perché non l'ho sentito così, che ci siano solo le cose belle, perché ho sentito tutte le fatiche e le preoccupazioni, non solo le mie (che già da sole vi assicuro...ma lasciamo stare và) con dei figli in un mondo così devi averle per forza le paure. ognuno ha le sue però: ben riposte o incise nei volti.

alla fine della festa siamo usciti fuori e pioveva, così ci siamo bagnati, anche i bambini. abbiamo sentito la pioggia sul viso e sulle manine, abbiamo provato a catturare qualche goccia con la lingua e ho pensato che la mia materia prima sono loro due, loro sono: l'aria, la terra, l'acqua, il sole, il fuoco.
ho sorriso, ma ho anche pensato al carico di pensieri e di piccole tristezze che ci portiamo a casa. poca cosa in fondo, rispetto a tutto il resto.


libri formato famiglia

libri che trattano il tema dell'omogenitorialità:

- Qual è il segreto di papà?
- Piccola storia di una famiglia
- Più ricche di un re
tre edizioni lo stampatello

- E con Tango siamo in tre di Peter Parnell e Justin Richardson illustrato da Henry Cole (Edizioni Junior, da 8 anni)
- King & King degli olandesi Linda de Haan e Stern Nijland (autore delle illustrazioni),
- King & King & Family
___

- C.C.P. Cicogne, cavoli, provette (per una fascia di età tra i 5 e gli 8 anni) di Brunella Baldi si parla di procreazione assistita edizioni principi e princìpi
- Il dono di Alma (5/8anni) di Federica Iacobelli, con illustrazioni di Chiara Carrer, la protagonista è una bambina in affido. edizioni principi e princìpi
- Alina e l’orco Ulrico (età 6-10 anni) Anna Baccelliere (testo) e Domenico Sicolo (disegni) affrontano il tema degli abusi sessuali. edizioni mammeonline
- Bambini con le ruote (età 6-10 anni) traduce in pratica quotidiana la legge sull’affido condiviso. edizioni mammeonline
- La cometa di Giove di Luisa Staffieri, illustrato da Tiziana Rinaldi. tema: la perdita di una persona cara. edizioni mammeonline
- Due di tutto di Arianna Papini edizioni Fatatrac
- In famiglia di Sandro Natalini edizioni Fatatrac
- Piccolo uovo con disegni di Altan edizioni lo stampatello
- Tante famiglie, tutte speciali di Rachel Fuller edizioni Gribaudo





martedì 20 dicembre 2011

Pesca di Natale

duepercento partecipa alla Pesca di Natale il giveaway di Centostorie (fantastica libreria e fantastico blog).



giovedì 15 dicembre 2011

crescere a pane e acqua

Il momento della lavorazione, l'odore e il sapore del pane resteranno tra i ricordi più belli della giornata. Grazie alle indicazioni di Alice (la nostra spacciatrice palermitana di pasta madre), alle preziose informazioni contenute nel sito Il pasto nudo e a Genitori Channel (pane con pasta madre... in famiglia incasinata).























mercoledì 14 dicembre 2011

good night and good luck

Stamani Giuseppe si è svegliato alle 7, l'ho messo accanto a me nel lettone, Domenico era già partito, lui ha guardato il posto vuoto e mi ha fatto capire che aveva capito che papà non ci fosse. Poi è cominciato un balletto di coccole e strusciamenti di guancia e io queste coccole me le sono prese tutte. Giuseppe è uno che se la gode a dormire con noi. E non gli do torto. Tutti i metodi no cry-sleep (qualche info sul metodo Estivill qui) sono davvero pensati e scritti da chi non ha mai avuto il piacere di addormentare un bambino.

Ora, è vero che certe sere arrivi stanca, la schiena a pezzi, il gomito che non si piega più, soprattutto adesso che pesano! Ma cosa c'è di più bello che coccolare i piccoli?

Stasera sono sola, non c'è la pancia di Domenico a fare da cuscino ai migliori sonni di Giuseppe, così lui si addormenta accucciato, mentre io sto seduta sul divano con Gianluca che a pancia in giù si canta una ninna nanna che, ad un primo ascolto, mi sembra indiana. Poso giuseppe e con gianluca ci corichiamo sul letto grande, il suo braccio intorno al mio collo, il respiro che si fa sempre più lento e pesante, fino a quando non capisco che sta dormendo.


Ma che c'è di più bello nella vita?
Mi correggo, nella mia vita c'è questo e me lo godo.
Fortunatamente non ho ricordi di grandi notti insonni, giusto qualche notte dopo la nascita, perché l'unico modo per addormentare Gianluca era allattarlo e farlo scivolare dolcemente sulla mia pancia per dormire attaccati oppure puntare sui metodi sonori di Domenico, ma è durato poco. Il tempo di capire che in questo mondo doveva stare.
Adesso si svegliano solo se stanno male, sono raffreddati e poche altre cose. Quindi non siamo stati mai sfiancati dalla mancanza di sonno
Ho letto, prima che nascessero, di differenti metodi per far addormentare il proprio bambino e farlo riposare tutta la notte, alcuni più decisi altri più permissivi ma tutti basati su una questione di metodo che proprio non faceva per me.
Poi con i due è sempre tutto così imprevedibile. Non ti puoi godere 5 minuti di sano cospleeping serale giusto per riposarti un pò con uno, prima di rimetterti a lavorare, che l'altro magari si sveglia un attimo e allora... vabbè arrivo.









Si tratta come sempre di sano buon senso, insieme all'impegno quotidiano e costante di capire le esigenze dei piccoli. E' un esercizio di pazienza che alla fine porta dei buoni frutti anche nella tua vita personale. In quel momento sei lì e stai facendo quella cosa. Stop. Una forma di controllo e di equilibrio, di attenzione estrema, liberando la mente dai mille pensieri quotidiani. Me lo ripeto sempre quando il mio epicondilo urla dal dolore!!!

questo post partecipa al blogstorming

martedì 13 dicembre 2011

Come Back To What You Know

 Ieri sono stata ad un funerale.
Una donna e la sua bambina hanno perso insieme un marito e un padre.
Ho abbracciato la mia amica donna dicendole quello che il mio cuore in quel momento mi ha suggerito, ovvero di piangere tutte le lacrime che aveva, tutte.
La mia bambina farà domande, vorrà delle risposte.
La mia amica donna pensava solo alla figlia mentre parlava con me: aiutarla a capire, ad accettare, a riempire questo vuoto immenso.
E' una mamma la mia amica e quindi pensa di poter mettere da parte il suo dolore.
La sua bambina avrà bisogno di tutta la sua forza e anche di più.

Come spiegare ai bambini cos'è la morte?
Come arrivare a comprendere il fatto che una persona possa cessare di far parte della loro vita, anzi della vita?
"Evitate di valorizzare l'assenza delle lacrime", la Filliozat, quella di 'Le emozioni dei bambini', dice questo in relazione alla sofferenza che un bambino può provare su se stesso, fisica e psicologica ma credo valga anche per eventi esterni e forti come la morte.

Sempre la Filliozat dice che i bambini "acquisiscano la nozione dell'irreversibilità della morte verso i nove anni, ma questo non è un buon motivo per raccontare loro delle sciocchezze".

"Che cosa dire? la verità"

"Dire la verità non vuol dire imporre brutalmente al ba,bino una realtà che non potrebbe assimilare, né infliggergli immagini violente. è importante concedergli il tempo necessario, seguire il ritmo della sua comprensione e delle sue capacità di assimilazione"

Ma la cosa più importante è che il bambino si rende conto delle nostre emozioni, soprattutto se noi non le esprimiamo. Ecco forse sta qui il problema, il passaggio più difficile: essere sinceri, giocare, inventare parole e storie, ma farlo sinceramente
senza pensare di non voler far trasparire il nostro dolore.
Ho pensato ai due ieri. Alla percezione che già hanno del nostro dolore, delle nostre tristezze, all'attenzione che dimostrano quando uno dei due sta male o piange. Ognuno lo fa a modo suo. Gianluca è triste dalla testa ai piedi, si vede proprio che è preoccupato, ti cerca con lo sguardo, tu stai lì con la testa fra le mani, a volte anche solo per stanchezza, e lui subito pronto ti spunta da sotto (sembra WALL-E), e ti dice tutto con gli occhi o mettendo qualche sillaba in riga. Giuseppe sembra più distratto, quasi disinteressato, ma poi si avvicina, con i suoi tempi, va bene così.
Non so cosa succederà tra qualche anno, cosa mi chiederanno, cosa racconterò loro delle persone che non ci sono più, come farò a spiegare quanto invece continuino ad essere presenti nella mia vita e in che modo questo passi anche nella loro.

Alla mia amica ieri ho detto
piangi tutte le lacrime che hai
ma c'è la bambina?!
e piangi insieme a lei
stringetevi forte e piangete
e poi forse riderete...

Ho detto queste parole con un minimo di esperienza sulla morte, anche se ognuno la vive a modo suo. Ma avere qualcuno da stringere, con cui piangere e gridare e subito dopo ridere perché si ricorda insieme, sarà una cosa piccola ma aiuta.

Ricordo calorosi abbracci quando è morto mio padre, poche parole ma calorosi abbracci si. Potrei elencarli uno per uno.

Ho abbracciato forte la mia amica ieri e la sua bambina, le ho regalato un angioletto punk da stringere, per un attimo ha sorriso.

Questo articolo è interessante, concedetevi il tempo di leggerlo
http://genitoricrescono.com/parlare-della-morte/



Picasso_Maternità su fondo bianco






domenica 11 dicembre 2011

con le mani nella terra






Attività della domenica:sporcarsi le mani, impastare, travasare.
Non ci sono regole, diciamo la verità.

Ascoltiamo: L'albero di Bobo Rondelli




mercoledì 7 dicembre 2011

PASTAMADRE DAY_10 DICEMBRE 2011

A Palermo presso il Bio-Bistrot Freschette - piazzetta Monteleone (dietro il palazzo delle Poste) alle ore 17:

Degustazione pane e focaccia
Divulgazione della cultura della panificazione con lievito naturale
Spaccio di piccole dosi di pasta madre in barattoli di vetro con indicazioni su come conservarla, mantenerla e utilizzarla











info iniziativa: http://pastamadre.blogspot.com/p/lidea.html


altri spunti:
http://www.genitorichannel.it/In-famiglia/Ricette/Pane-con-pasta-madre-...-in-famiglia-incasinata.html


http://mammarum.blogspot.com/2011/10/perche-la-pasta-madre.html



felicemente colorati

pomeriggio colorato passato all'asilo con i due.
sono anni che guardo (riprendendoli e fotografandoli) bambini colorare e creare durante i vari laboratori che ho svolto.
ora, io i due li guardo ogni giorno fare qualunque cosa: le cose normali, le piccole scoperte, i nuovi giochi che ci inventiamo.
ma vedere i due ieri con pennelli e spugnette mi è piaciuto un sacco!










martedì 6 dicembre 2011

6 dicembre 1971-6 dicembre 2011

Il 6 dicembre 1971 in Italia veniva approvata la legge che prevedeva l’istituzione di “asili nido comunali con il concorso dello Stato”.
LEGGE 6 dicembre 1971, n. 1044
Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato.
art. 1 L'assistenza negli asili-nido ai bambini di eta' fino a tre anni,nel quadro di una politica per la famiglia, costituisce un serviziosociale di interesse pubblico. Gli asili-nido hanno lo scopo di provvedere alla temporanea custodia dei bambini, per assicurare una adeguata assistenza alla famiglia e anche per facilitare lo accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale.


E il 6 dicembre 2011 di cosa parliamo?
leggete l'indagine di Cittadinanzattiva.
dal  2005 ad oggi le tariffe sono aumentate in media del 4,8%
Secondo i dati del Ministero degli Interni  relativi al 2009, il numero degli asili nido comunali ammonta a 3.424. In media il 25% dei richiedenti rimane in lista d’attesa. In Sicilia c'è il 42% di bambini in lista di attesa, seguita da Toscana e Puglia (33%).

Era stato fissato anche nella Strategia di Lisbona dell’Unione europea, siamo nel 2000, che gli stati membri dell'unione avrebbero dovuto raggiungere entro il 2010 il 33% di posti per bambini da 0 a 3 anni. Bene in italia sempre secondo i dati di cittadinanza attiva: "Facendo un confronto tra i posti disponibili e la potenziale utenza (numero di bambini in età 0-3 anni) in media in Italia la copertura del servizio è del 6,2% (percentuale che sale all’11,7% se consideriamo solo i capoluoghi di provincia) con un massimo del 15,7% in Emilia Romagna ed un minimo dell’1% scarso in Calabria e Campania.  Questo dato conferma non solo quanto l’Italia sia lontana dall’obiettivo comunitario che fissa al 33% la copertura del servizio, ma anche dal resto dei Paesi europei: Danimarca, Svezia e Islanda si contraddistinguono per il più alto tasso di diffusione dei servizi per la prima infanzia (con una copertura del 50% dei bambini di età inferiore ai tre anni), seguiti da Finlandia, Paesi Bassi, Francia, Slovenia, Belgio, Regno Unito e Portogallo (con valori tra il 50% e il 25%). Percentuali comprese tra 25 e 10% si registrano, oltre che nel nostro Paese, in Lituania, Spagna, Irlanda, Austria, Ungheria e Germania."


Poi anche la Carfagna con Sacconi nel 2010 hanno previsto nel loro piano ben 40 milioni di stanziamenti. Niente per gli asili pubblici.

A questo aggiungiamo lo studio dell'Economist, è sufficiente la tabella per spiegare la situazione



Io ho frequentato il nido, perché mio padre e mia madre lavoravano a cottimo.
Sono nata il 7 maggio del 1974. Il 12 maggio 1974, 5 giorni dopo la mia nascita, la mamma votò in ospedale. Le italiane e gli italiani erano chiamati a decidere se abrogare la legge Fortuna-Baslini sul divorzio. Adesso che sono madre io faccio i conti ogni giorno con lo smantellamento dei diritti conquistati da anni di lotte, di presa di coscienza collettiva, di autodeterminazione. La politica e tutti i governi, con i loro tagli indiscriminati, ledono le nostre libertà. FORNERO PIANGEVI PER QUESTO?
Io piango per questo !!! e per questo !!!

Quante, come me erano già precarie, ancor prima di cominciare l'avventura della maternità, rischiano invece di rimanere in questo stato di dipendenza. Le questioni poste dalle masse femminili dovrebbero entrare con più forza nella politica per mutarne i modi e arricchirne i contenuti, in quanto portatrici di proposte che indicano soluzioni a problemi che interessano indistintamente tutti gli esseri umani.
Ci vuole una pressione di massa costante (e non solo delle donne) per esigere il controllo sull'applicazione delle leggi che hanno rappresentato e rappresentano l'impegno di migliaia di donne e uomini liberi.
In questo accordo improvvisato tra testa, cuore e corpo ribadiamo i nostri NO, la nostra responsabilità nel difenderli, nel sottolinearli, nel praticarli. Dobbiamo riconoscerci, come ha detto la mia amica Teresa Gentile, 'istituzione primaria', da difendere, da ribadire, da scegliere.Per noi e per i nostri figli.

Domani Oggi, perché è già mezzanotte, pomeriggio saremo con i bambini e i genitori di tutti gli altri bimbi e bimbe all'asilo comunale frequentato dai due. Un pomeriggio organizzato dalle maestre per vivere l'asilo insieme ai bambini. Noi fortunati che siamo rientrati nelle graduatorie. Chissà se le maestre hanno pensato alla coincidenza: 6 dicembre 2011- 6 dicembre 1971?


Le parole - testo di Gianni Rodari - musica di S. Endrigo e L. Bacalov -  canta Sergio Endrigo.

lunedì 5 dicembre 2011

Papà

Papà sta lì, e guarda, e fotografa, davanti, da dietro, dal basso, dall'alto, da fermo o in movimento. 





sul cibo per bambini, sull'autoproduzione...

Nei primi mesi di vita dei twins, prima dello svezzamento, ho cercato di informarmi , di sapere, al di fuori dei canali 'soliti'. Questo mi ha permesso di accumulare un mio personale bagaglio di conoscenze, di piccoli saperi sani. Così la preparazione allo svezzamento è stata riempita da libri, scambi di opinioni su vari blog e forum. Un libro su tutti quello della dott.ssa de petris altre info su di lei qui e quiDiciamo che ce l'abbiamo fatta, in maniera tranquilla e senza troppi stress (miei) i due hanno sempre mangiato tutto e bene. Non solo vegetariano.
Pastine, riso, quinoa, miglio, amaranto, verdure e legumi, frutta, carne (inserita tardi), pesce. I due bevono il latte, ma anche il tè, latte di mandorla o di riso, centrifughe di frutta e verdure, adesso mangiano all'asilo, non tutto è biologico, ma cucinato in maniera sana e anche lì giuseppe e gianluca non rifiutano nulla.
Per il momento, spero duri, hanno un approccio al cibo curioso, a meno che non stiano male o non abbiano proprio appetito perché particolarmente stanchi.
I primi mesi dello svezzamento sono stati un gioco di equilibri, più per i tempi e la preparazione. I due seggioloni disposti di fronte a me, la presentazione del cibo, i sorrisi, le smorfie. Però devo dire che hanno sempre collaborato, in un modo o nell'altro.
Accettando i miei favolosi esperimenti (alcuni dei quali falliti)
Adesso che mangiano da soli poi è ancora più divertente.
Un tavolino, due sedie e tanta fame.

Poi lo so che arriverà il momento in cui i due faranno anche questo:


 
Magari posterò qualche ricetta.
In realtà la necessità di parlare di questa argomento nasce dopo aver letto la notizia della plasmon. Sentite un pò: la plasmon fa un'indagine comparativa tra un biscotto per bambini e una macina del mulino bianco, risultato: la macina contiene più pesticidi, il biscotto plasmon ne contiene pure ma presenti nelle quantità limite stabilite per gli alimenti dei bambini. Ma i  pesticidi non dovrebbero proprio essere presenti negli alimenti per bambini!!! Poi il problema finisce con il diventare quello della pubblicità scorretta

Ora, io all'autoproduzione comincio a pensarci sempre più seriamente, fino a questo momento la mia si è limitata a yogurt, torta di mele e torta della nonna, ma anche alla ricerca di cibo il più possibile sano e bio. Adesso pane e biscotti proverò a farli uscire solo dal nostro forno. Un grande stimolo a fare e fare bene sono stati alcuni blog scoperti non troppo per caso con informazioni utili e chiare e bellissime fotografie:
http://www.ilpastonudo.it/
http://lecuocheindispensa.blogspot.com/
http://www.semidipapavero.net/ 
http://lacuocapetulante.blogspot.com/

Ieri ho saputo di questa iniziativa: pasta madre day, è stato sufficiente mandare due/tre e.mail e forse sabato organizzeremo qualcosa a palermo. anche perché avevo scoperto il locale freschette a palermo, così ho coinvolto le ragazze che lo gestiscono e loro mi hanno detto che hanno la pasta madre e la custodiscono con tutto il loro amore, spero di ricevere info dalle freschette su come conservarla e usarla.
Intanto voi date un'occhiata alle iniziative delle varie città magari c'è qualcosa che vi interessa o forse potete organizzare qualcosa nei posti dove vivete.
http://pastamadre.blogspot.com/p/lidea.html








martedì 29 novembre 2011

ci vuole_un cavolo!



Partiamo da questo video pieno di speranza.
Così come riportato nella descrizione del video "Il progetto Jardin de los Ninos, realizzato da Terre des Hommes - Italy e Horticity nella periferia di Lima, Peru, ha consentito la realizzazione di un orto fuorisuolo semplificato nella Biblioteca-Ludoteca di Monterrey. Il video presenta alcuni momenti del progetto".
Bene questa non è magia, o meglio, l'atmosfera è magica per la vita che trasmettono piccole mani attente e menti pronte e aperte, ma è anche pratica, una buona pratica.
Di quelle che basterebbe poco, che lo facessimo tutte per migliorare un poco le cose.
Quella dell'orto è un pò una mia passione, certo vivere in campagna la alimenterebbe meglio, ma mi consola aderire per il momento al pensiero dell'orto urbano.
Sarebbe già tanto poter cominciare un percorso di conoscenza di frutta e ortaggi toccandoli con mano.
Noi abbiamo già una scatolina della Eugea piena di semini che aspettano di essere coltivati, dobbiamo solo attrezzarci (mi sa che li pianteremo quando i 'due' compiranno due anni, dovrebbero essere più o meno pronti per quella data).
Per quante volessero approfondire l'argomento vi consiglio Orto bimbo


Vi segnalo anche il manifesto sul futuro del cibo, è stato pensato e scritto nel 2003 io l'ho scoperto oggi.

Qualche foto dall'ultima visita all'orto botanico di palermo






negli occhi

ieri mattina io giuseppe e gianluca eravamo a passeggiare di fronte allo stretto di messina (fine settimana calabro dai nonni). una bella giornata di sole_caldo.
pensavo che da una parte e dall'altra dello stretto ci sono anche le storie di chi ha preceduto la vita dei twins e gli ha dato sostanza, senza che loro ancora ne siano consapevoli. sarà bello tramandare passioni, tenere negli occhi il mare e l'orizzonte siciliano. vivere in un'isola dura, che ti trattiene e ti lascia andare. sarà bello raccontare storie, visitare posti, parlare di mio padre e dei suoi libri intorno. visitare il capannone dell'ex filanda e pure quello che zio nino e zia betta stanno trasformando in casa. la casa di pirgo che guarda ogni giorno il mare. la piccola casa fatta da papà. ma pure palermo così bella, viva, ricca, povera, dove ormai vivo da metà della mia vita e dove loro sono nati. ecco io vedo tutte queste cose passate nel futuro dei bambini. fanno parte di quella memoria stabile che ti dice chi sei.
e succede che ieri mattina noi eravamo a passeggiare con lo stretto di messina davanti e ieri sera, in calabria, muoia uno dei più grandi registi italiani, vittorio de seta, capace di raccontare il mare, gli uomini, le donne, i bambini, insomma la vita tutta. vi allego lu tempu di lu pisci spata  e la sigla di diario di un maestro. queste immagini e queste storie hanno riempito i miei occhi e il mio cuore per molto tempo, hanno saputo raccontare un modo di fare cinema che ormai non esiste più.
così prima di scrivere questo post ho pensato: queste sono le storie che aspettano di essere raccontate e viste. il rigore e la passione di chi fa del proprio lavoro tutto il motivo di un'esistenza. lo ha fatto vittorio, lo hanno fatto i nostri nonni e i bis-nonni, le nostre nonne e le bis-nonne. spero che giuseppe e gianluca abbiano sempre il cuore e gli occhi aperti come ieri mattina quando guardavano il mare e lo toccavano con un dito.





venerdì 25 novembre 2011

GoD sAvE tHe TwInS



Mettiamola così, io ho qualche problema con la religione.L'ho avuto nella mia vita e adesso mi trovo a dover affrontare l'argomento perché ho dei figli. ecco, tutto questo vorrei proprio saltarlo, si può non affrontare l'argomento please?Non si può. si porranno problemi reali e confronti necessari: primo fra tutti quello con le domande dei bambini, poi quello con la famiglia ( che non sarà d'accordo con nessuna delle mie posizioni), infine con gli insegnanti (state attenti a quello che dite!). Vorrei poter dire a tutti: sono pronta! ma non è così. In questi giorni sto ultimando la lettura di un libro splendido, capitato non troppo per caso qui accanto a me, è di roberto denti e si intitola 'i bambini leggono'. roberto denti è uno scrittore e ha fondato la libreria dei ragazzi
nel libro uno dei capitoli, tutti interessantissimi per chi si occupa dei bambini da genitore, da educatore, da genitore/educatore, parla dell'insegnamento della religione nelle scuole elementari. problema cruciale così come quello dei sacramenti (ma di questo parleremo in un altro post). insomma roberto denti nell'ottobre del 1976 organizza un incontro in libreria per parlare dell'argomento e invita David Maria Turoldo e Graziano Cavallini. Turoldo non potrà partecipare e al suo posto andrà un ex sacerdote di nome Santagostino. ecco lo scambio di opinioni si è svolto più o meno così.
a proposito del rapporto tra bambini e religione Santagostino prima di tutto parla di esperienza religiosa e non di religione
"religioso l'uomo diventa sempre mediante i riti dell'iniziazione. l'iniziazione si ha nella fase di passaggio dall'adolescente all'adulto"
e questo è quello che pensiamo tutti quando diciamo dei nostri figli (io parlo al plurale, lo sapete perché) 'deciderà da grande'
ci sta tutta!!!
"Seconda constatazione: fenomenologia religiosa. 'Gesù di nazareth si rivolge ali adulti:lasciate che i bambini vengano a me' ma raramente si legge quello che viene dopo: 'perché il regno dei cieli è di chi è come loro'.
gesù afferma che occorre essere nella disponibilità del bambino per accogliere il regno. il bambino è 'esemplare' rispetto all'adulto che deve compiere la scelta, il bambino non è il termine dell'annuncio di gesù
". Ecco io non l'avevo mai letta così, così non me lo aveva mai spiegato nessuno. E così lo capisco pure questo gesù.Poi fa un'altra distinzione tra annuncio e insegnamento: "l'annuncio esige la mia risposta, l'insegnamento no. ora si può insegnare se l'annuncio non è stato dato. a mio parere no. non si può dare annuncio ai bambini battezzati appena nati, pretendendo che questo annuncio sia avvenuto, quindi costruendo su questa pretesa di innescare l'insegnamento... lorenzo milani aveva detto basta con l'insegnamento della religione. è importante che la scuola faccia l'uomo , perché è l'uomo che è capace di scelta religiosa".
Graziano Cavallini pedagogista continua il discorso puntando su un argomento fondamentale: "che il bambino ha una serie di risposte che vengono via via modellate sulla base dei comportamenti adulti".
che tutti gli insegnamenti li forniamo noi, in maniera più o meno adeguata alle loro reali esigenze. ecco forse basterebbe assumere il loro punto di vista
senza che sia necessario indottrinarli. "stiamo attenti allora se i preti siano peggiori da questo punto di vista, oppure se preti noi lo siamo tutti. ma preti nel senso peggiore"
forse dovremmo essere noi ad imparare da loro
"secondo me il discorso è proprio questo:da un punto di vista pedagigico-didattico, non sono le idee proclamate che contano, ma sono le pratiche di vita. i ragazzi non assorbono solo le idee, assorbono soprattutto gli esempi".
questo scambio civile di opinioni avvenuto quando io avevo appena due anni mi regala spunti utili per scambi di opinioni, spero civili che mi troverò ad affrontare.
non esistono tanti libri sull'argomento, soprattutto per chi ha una posizione scettica o più che scettica. su tutti forse i libri di Oscar Brenifier e Jacques Després (ISBN edizioni)

Il libro dei grandi contrari filosofici

Il libro dell’amore e dell’amicizia
Il senso della vita
Il bene e il male
Il concetto di dio

Come tutte le cose bisogna chiedersi cosa siano, bisogna conoscerle.
E pensare di volerle comunicare ai bambini, trovando le parole e le illustrazioni giuste è ancora più importante. Rende tutto apparentemente più semplice, profondamente vero. Forse riesce anche a dare a tutti i nostri perché quella leggerezza necessaria. Come dire: ognuno troverà la sua risposta se si pone dei perché.

e poi come canta Madonna in 'like a prayer'
Like a child you whisper softly to me
You're in control just like a child
Now I'm dancing
It's like a dream, no end and no beginning
You're here with me, it's like a dream
Let the choir sing


Però metto il video dei Sex Pistols
god save the queen



giovedì 24 novembre 2011

cacca

sta per finire una settimana passata con il rotavirus
che si è comodamente installato a casa nostra e che ha invaso i pancini dei due
costringendoli a cacchine continue e vomitini
gli dedichiamo questa canzone
e gli diciamo a chiare lettere: ti sconfiggeremo!!!


Sento che qualcosa sta spingendo nella pancia
Forse è un ippopotamo o forse il Re di Francia
Un gran bastimento che dall'argine si stacca
Forse forse forse, è la mia cacca...






la canzone della cacca - (gallucci 2009)
Libro+CD
Illustrazioni di Antongionata Ferrari
Musica di Giovanni Caviezel
Giovanni Caviezel: voci, chitarre, percussioni
Michele Piumini: batteria, basso


martedì 22 novembre 2011

un libro




non uno dei tanti
un libro di Hervé Tullet
la sua biografia qui
geniale come tutte le cose semplici
coinvolgente perché pensato giocando
speriamo di averlo presto a casa
c'è anche un app per i-phone qui

i video nei links seguenti
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Kj81KC-Gm64

http://vimeo.com/25396517









giovedì 17 novembre 2011

made to play... yeeeeessss






sta per arrivare a casa nostra!!!


http://madebyjoel.com/ sito consigliato ai genitori che non smettono di essere bambini

PedalLess bike

Scopro le bici senza pedali e ne intuisco l'utilità
è una bici che aiuta l'intuito dei bambini e ne favorisce la conquista dell'equilibrio. il fatto di poter poggiare i piedi in qualunque momento gli da più sicurezza. mi sa che mi piacciono. e poi io adoro la bicicletta in tutte le sue forme e mi dispiace non aver ancora trovato un modo per usarla con entrambi i twins (sigh!).


manca poco perché giuseppe e gianluca vadano all'asilo così... si ma in quale città?
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=1Ht-F7cg4kE

martedì 15 novembre 2011

la mia vita prima dei twins



vivian celestino

1974: nasce in una casa del centro storico di caltanissetta in cui abita con i genitori, la nonna, la zia rosa, e altri 3 fratelli di papà
 
1977: va a vivere con mamma e papà in campagna, ha una stanza tutta sua con le finestre di legno verdi. ospita regolarmente i suoi cugini per giocare.
 
1979: frequenta la primina e impara a scrivere, grazie alla maestra cancellieri, non smetterà più. nel frattempo è un'assidua frequentatrice della biblioteca scarabelli di caltanissetta dove i suoi genitori svolgono il lavoro di bibliotecari a cottimo, qui comincia i suoi primi passi nel mondo dei libri.
         
1981: nasce sua sorella vanessa e per la prima volta abita una casa con i termosifoni
 
1983: comincia a scrivere, regolarmente, un diario quotidiano
 
1992: si diploma al Liceo Classico nonostante un  "fuoritema a scopo sovversivo" e si trasferisce  a palermo dove si iscrive alla facoltà di architettura
 
 1993: politicamente attiva nel kollettivo riff raff di caltanissetta, prende parte ripetutamente ad occupazioni, manifestazioni, laboratori e cene sociali. matura intanto sia la sua coscienza politica che quella di genere.
 
1997: sempre a palermo inizia a frequentare un corso di teatro. impara a gestire piccole emozioni e timidezze e si esibisce anche per strada.
    
2001: si laurea, e comincia il suo percorso a ostacoli nel mondo del lavoro.
 
2005: conosce domenico e scopre woz, workshop indipendente di progettazione partecipata e ci rimane dentro fino al collo occupandosi del woz kiz rivolto alle bambine e ai bambini. 
 
2006: riesce a rimettere insieme un gruppo di donne e con loro realizza il suo primo documentario
 
2007: comincia la ricerca altre stanze, sui modi e le qualità dell'abitare femminile, scrive un progetto  e sa che presto diventerà un video. gira negli stessi giorni in cui Wenders è a palermo per lavorare a Palermo Shooting (ma lui non lo sa).
 
2009:altre stanze si trasforma in tre piccoli corti, tre storie di donne e delle loro case
 
2010: nascono giuseppe e gianluca e diventa mamma di due gemelli

fino ad oggi continua ad occuparsi di libri, racconti, ricerche, video fotografia, laboratori nelle scuole, con un occhio costantemente rivolto alle questioni di genere, all'identità femminile, ai diritti delle bambine e dei bambini. È ancora in grado di intendere e volere, di amare e godere, di scrivere, leggere e pensare.

giovedì 10 novembre 2011

mia nonna e le altre




sono stati piccoli, li ho cullati, scaldati, portati, è stato tutto molto istintivo.
adesso però cominciano a diventare delle piccole persone.
e non è facile equlibrare bisogni e richieste con quello che effettivamente riesco a dare nel momento stesso in cui loro me lo chiedono.
se poi mettiamo che sono due e che le esigenze spesso non coincidono. fate voi.
quest'estate ho letto un libro di isabelle filliozat - le emozioni dei bambini.
la filliozat parla di intelligenza del cuore da coltivare quanto quella della testa.
ovvero io da mamma posso aiutare i miei figli a sviluppare un quoziente emotivo (chiaro, lo sapevo già). i bambini sono pieni di emozioni e le manifestano nei modi più forti ed imprevisti. in questa fase, nella quale ancora non parlano, è ancora più difficile capirle. ultimamente abbiamo fatto i conti con pianti inconsolabili, di quelli che non sai se il dolore è fisico o solo del cuore. se il bisogno è quello di avere mamma o papà vicini, che ti tengono in braccio e ti accarezzano e ti consolano e calmano la tempesta di emozioni che si agita dentro. questa tensione ieri sera la sentivo tutta nel corpo di giuseppe che non riusciva a calmarsi in nessun modo. è stato difficile, pensavo di non farcela, gianluca dormiva e domenico non era in casa. sapete che ho fatto? ho pianto, si. giuseppe piangeva e pure io. poi insieme ci siamo abbracciati forte e tutto è passato. ieri sera è andata così. non riesco a rimanere in piedi ogni giorno. sono più i giorni si che quelli no, ma quando non ce la faccio...non ce la faccio.
pensavo a mia nonna ieri sera, non tanto perché ha allevato sette figli, ma perché nonostante i 7 figli, faceva parte di una comunità più grande, con altre donne e altri bambini. mia nonna che ha partorito in casa, allattato i suoi e i figli degli altri.
mia nonna che viveva in una casa che era la casa di tutti, che aveva la porta sempre aperta e un piatto in più pronto per essere riempito. e io? ogni giorno intorno a me giuseppe e gianluca e poi domenico quando non è al lavoro. adesso che i bambini vanno all'asilo incontro ogni giorno la maestra e ogni tanto qualche mamma. poi, come ieri incontro un'amica-mamma, una simile, e la giornata, che so, continua un pò meglio.
morale della favola ho 2 bambini, gemelli. ed è dura. e questo lo so io e basta. poi ho scelto di essere una mamma 'con le antenne', sempre collegata sui bambini e sui loro bisogni, un'anticipatrice di esperienze, meglio procedere poco per volta. una dispensatrice di stimoli. per questo è difficile tenere duro. e per questo penso alla nonna, che viveva in una comunità dove i suoi figli erano i figli di tutti e forse lei per qualche minuto si sarà pure riposata, pensando già a cosa fare dopo (anch'io sono così).
ecco, forse dovrei essere più tollerante con me stessa, con i miei errori e con le mie stanchezza e non dovrei aver paura di chiedere aiuto a volte.



venerdì 21 ottobre 2011

Mi piacciono così

Ci sono delle espressioni di Giuseppe e Gianluca che corrispondono a quello che sentono, a  come si muovono, a quello che cercano di dire e che noi non riusciamo a capire. Sono sguardi precisi, equilibrati in qualche modo, specchio del loro tempo.


Delle ultime, questa è quella che mi piace di più. Gianluca è concentrato a guardare il televisore, i suoi cartoni preferiti (f-o-r-m-i-c-h-i-n-e), mentre Giuseppe, come faceva spesso Oliver Hardy, guarda me o, per esteso, guarda in macchina. Riflesso di due modi di percepire le cose. Un anno fa non lo avrei detto, ma stanno cambiando modi e atteggiamenti continuamente: ho quasi l'impressione che se li scambino reciprocamente.


domenica 16 ottobre 2011

lunch time


domenico ha seguito gianluca durante un pranzo a casa di zia rosa, rigorosamente senza posate. su una cerata vintage, cuoricini bianchi su fondo rosso, gianluca mangia tutto con gusto e con la sua solita lentezza.






(nel frattempo giuseppe divora tutte le crocchette di patate al forno).  


 

ricorda un pò l'abbuffata di paviglianiti di cinico tv, ma al posto di rutti e scorregge gianluca ci regala sguardi promettenti, gesti minuziosi e gentili.