giovedì 27 settembre 2012

a risolvere tutto ci ha pensato gianluca

Io e Domenico stiamo crescendo insieme i due:
ognuno con le sue specificità
la sua storia
l'approccio al gioco
ora fisico ora manuale ora verbale o istintivo
insomma una vasta gamma di possibilità e di libertà.

In questi giorni ci interrogavamo sui cambiamenti dei bambini:
le nuove parole
gli interessi
le richieste
lo facevamo con parole difficili
con stati d'animo controversi e turbati.

Poi ieri sera prima di addormentarci abbiamo preso in mano P di papà, di
Isabel Minhós Martins e Bernardo Carvalho edito da Topipittori
(pubblicato in edizione originale portoghese da Planeta Tangerina)

E c'era questo papà che faceva tante cose e si trasformava
sollevava, girava, sorreggeva.

Giuseppe ascoltava, ma il sonno a volte aveva la meglio, Gianluca invece guardava le illustrazioni e lo voleva dire:
"ma questo è quello che faccio io con papà!"
si voleva dire questo, lo masticava in bocca
tra le sillabe arruffate di un bambino di 2 anni e mezzo.
E aveva gli occhi rossi, quelli con le lacrime pronte.
Però non so perché,
questo non lo so,
non so quali sensazioni lo abbiano colto, che cosa lo abbia emozionato veramente.
Mi piace pensare che si sia riconosciuto
che si sia ricordato di tutti i momenti felici
dei giochi fatti in casa, del mare e delle passeggiate...

Così, ieri sera, prima di addormentarci
io e Domenico
abbiamo alleggerito i pesi e le parole
abbiamo ripreso tra le braccia la nostra famiglia
grazie a Gianluca e ai suoi ricordi
grazie ad un libro.

Viva i libri senza parole,
viva le immagini dense di parole perché le mettiamo noi
e quando le parole ci sono ne aggiungiamo altre o diverse
per capire meglio.




lunedì 24 settembre 2012

CHIEDO ASILO

Giorno 6 settembre ha riaperto l'asilo dei due e la situazione denunciata in questo post, la lettera è stata consegnata il 26 giugno 2012 all'assessore barbara evola, non ha subito cambiamenti. L'assessore aveva preso parte alla festa di fine anno dell'asilo, avrà fatto lo stesso in altri asili della città di Palermo.

Era giugno, la nuova amministrazione si era appena insediata, gravi le situazioni ereditate, c'è da dire che in alcune scuole va anche peggio che da noi.

All'appuntamento più importante, quello di settembre, l'assessore e la nuova amministrazione arrivano con un peso ereditato: l'approccio politico alla scuola delirante, o meglio latitante.
Negli anni passati è mancato tutto, è mancata una politica educativa e sociale ma non può continuare ad essere una giustificazione, così come so che il tempo è stato poco e in questo poco tempo non sarebbe stato possibile rimediare a tutto.
Ma a settembre si sarebbero dovute riaprire le scuole in una situazione 'almeno' dignitosa, non parlo di sicurezza perché sarebbe troppo, ma almeno di decoro, di attenzione, di benvenuto.
I Bambini tornano negli asili, gli parliamo di questo posto qualche giorno prima, così per riprendere confidenza con un luogo che è nella loro memoria, la sera prima di addormentarci pensiamo al giorno trascorso e a quello che verrà, gli ricordiamo nomi, momenti della giornata che passeranno lì. E loro aspettano, sono piccoli e capiscono quello che due Bambini di due anni e mezzo percepiscono del tempo e dello spazio, della presenza e dell'assenza.
Oggi è il 24 settembre e il giardino è ancora più deturpato, giochi rotti, pavimentazione divelta, sporcizia, rami spezzati lasciati a terra ad ostruire il passaggio. La percezione dello spazio pubblico, ovvero lo spazio di tutti, non dovrebbe lasciarci questa sensazione di abbandono e degrado che solitamente fa fatica, nella maggioranza delle persone, a prevalere tra le altre.




Nella lettera consegnata all'assessore avevamo dimostrato tutta la volontà a collaborare, in qualità di genitori, architetti e professionisti da tempo impegnati sui temi della progettazione partecipata e della cittadinanza attiva. Lo avevamo espresso questo desiderio nella lettera.
Ecco ci siamo. Il nostro sapere è condiviso, viviamo in questa città, i nostri figli frequentano qui la scuola. Hanno appena cominciato e noi con loro e temo, per chi adesso dovrà continuare ad ascoltarci, che sarà un anno denso di parole, non buttate al vento. Parole in grado di volare alto perché animate da un senso profondo di rispetto per il bene pubblico e dell'educazione come primo valore da trasmettere nella vita, di rispetto per la scuola come luogo di apprendimento, come avamposto dal quale lanciare la nostra protesta e le nostre soluzioni ai problemi degli asili e delle scuole tutte.
Partecipazione sociale si chiama, ed è una bella parola e vale la pena recuperarla. Pronunciarla insieme ai Bambini e alle Bambine.

Esiste già un regolamento degli asili nido che riporta una serie di articoli relativi alla gestione comunitaria e partecipata. Da aggiornare però.
Quindi entro i 98 giorni che mancano all'avvio del nuovo sito del comune di Palermo, provateci, per favore.
Per correttezza gli articoli da modificare sarebbero ART. 8 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15.
I comitati di gestione non esistono più, la partecipazione dei genitori si riduce all'assemblea.
La presenza delle famiglie può arricchire l'esperienza affinché si dividano i compiti,
si alleggerisca il peso, si allarghino i punti di vista e si comprendano meglio le necessità di tutti e tutte.
Sediamoci insieme e riscriviamo regole ma anche proposte e progetti futuri.

Quello dell'asilo deve diventare uno spazio sociale e culturale, qui, come in tutte le scuole, si misura la qualità della vita e della crescita dei bambini e delle bambine.

Noi continueremo nel lavoro di informazione affinché si realizzi un'inclusione piena di pensieri differenti e modalità partecipative attive, a partire dai nidi e dalle scuole d’Infanzia. Dobbiamo stare attenti alle proposte e alle inefficienze, e restare comunque aperti alla collaborazione.

C'è un film di Marco Ferreri del 1979 con Roberto Benigni, si intitola Chiedo asilo.



sabato 1 settembre 2012

Settembre comincia con la pioggia e la pioggia ci bagna le mani

Settembre comincia con la pioggia e la pioggia ci bagna le mani
Ci lava
Ci dice che il tempo è cambiato

Con tante ciotole colorate la raccogliamo per darla alle piante

Comincia con la pioggia questa giornata e comincia presto:
per domenico (papà) che va a scuola, un'altra, l'ennesima,
per me e i due che a ruota ci alziamo, mangiamo pane e marmellata, beviamo latte

Comincia con le cose da finire e con quelle da iniziare per la prima volta e di nuovo,
comincia con tutta la forza che ci vuole, perché lo sappiamo che l'inverno ci riporterà piano piano alla giusta temperatura, creando il giusto equilibrio dopo il calore accumulato sotto il sole.

A casa corriamo ancora come se dovessimo tuffarci al mare
Una giornata grigia che ci piace perché così la coloriamo noi






A settembre passa la stanchezza o almeno sembra che passi
A settembre mi proietto-avanti, con il sorriso come unica guida per la gestione del menage familiare anche nei giorni in cui si fa tanta fatica.
A settembre si rimette la spina, si sistema una casa lasciata per troppo tempo vuota e
che, un pò, è bello ritrovare.

A settembre si rimettono a posto le idee e lo si fa meglio quando la giornata comincia con i suoni improvvisati del duo:


Si rimettono a posto i progetti digitando sui tasti e continuando a riempire quaderni,
si riprendono le buone conversazioni e le riunioni di lavoro nei posti più disparati.
Si ricomincia, non c'è niente da fare.
Anche il tempo ci dice che è ora di cambiare.
Da settembre poi in cucina si cambia menù, si cambiano piano piano i colori e i sapori.
E ancora, da settembre continueremo a dirci cosa vogliamo, ce lo ripetiamo sempre con domenico, forse perché dobbiamo fissarlo bene nella memoria così come lo è già nella volontà.
Alla nostra vita allora e a quella dei due. A tutte le nostre idee sperate con forza.
Ai due soprattutto, nuovi e pronti anche loro a settembre.