sabato 28 aprile 2012

you can be happy

Sul fatto che potessero essere adatti a bambini di due anni non ci avevo pensato
e invece tutti i MR e le LITTLE MISS di Roger Hargreaves si prestano ad essere raccontati anche ai più piccoli. Spesso i bambini così piccoli tendono a riprodurre suoni, movimenti delle immagini che vedono sui libri, così la storia cambia o viene proprio inventata.
Le storie di R.H.sono semplici, c'è poco da dire su MR happy che se ne va in giro portatore sano di buonumore, su LITTLE MISS SUNSHINE che cambia le regole del regno di Miseryland. La felicità è possibile, accorgersi dell'altro è doveroso oltre che possibile, le storie di R.H. ci dicono con disarmante semplicità che c'è una felicità che è propria della condivisione delle cose belle e che dovrebbe essere sempre così. Sono sentimenti difficili da spiegare a bambini di due anni, la mimica facciale aiuta però a fissare sensazioni provate ma non dette. Così guardando MR HAPPY ci facciamo una bella risata, di fronte a MR MISERABLE le nostre labbra stanno in giù, ci mettiamo le mani sulla bocca come LITTLE MISS SUNSHINE e gridiamo URRA' alla nuova Laughterland.

You are now entering laughterland
smiling
laughing
chuckling
giggling
PERMITTED
by order of the King


qui si comprano i libri
qui trovate info su MR e LITTLE MISS













venerdì 27 aprile 2012

musica per le mie orecchie



oggi ho scoperto questo video nel quale tre bimbi+papà cantano mentre vanno a scuola.
bene, ogni volta che viaggiamo in macchina con domenico e i due canto qualche canzone a bassa voce o me la ripeto in testa.
si tratta di canzoni che mi piacerebbe cantare con loro tra qualche anno.
che importa se alcune non sono per bambini?
che vuol dire?
cantano l'amore, l'amicizia, la morte, la passione politica.
tutte cose che conosceranno e con le quali credo sia solo un bene familiarizzare presto.
eccone alcune.




























martedì 24 aprile 2012

IL 25 aprile I libri e la LIBERTA'

“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.” (Piero Calamandrei) 


Della Resistenza ai bambini si può raccontare la lotta, la guerra, la libertà, la solidarietà.
E ci sono tantissimi titoli sull'argomento pensati per i bambini dai 5 ai 13-14 anni.
Raccontare la Resistenza si può, con parole leggere ma anche con la verità della sofferenza e della morte, si possono così leggere le storie di invasori e di combattenti, dei princìpi sani di un paese, le storie dei ragazzi e delle ragazze che hanno combattuto perché credevano in un'idea, le avventure che nascondono drammi, della Resistenza si racconta la storia, la paura e finalmente la LIBERTA'.

Sul sito di Liber questo utile link ad una bibliografie sulla resistenza per i bambini, le bambine, le ragazze e i ragazzi. Anche qui altre buone_letture.


Buon 25 aprile resistente, ricordato, festeggiato, raccontato.










mercoledì 18 aprile 2012

strane forme di parentela declinate all'indicativo del verbo essere

Io e tu sono nati insieme 
Ce lo ha ricordato Giusi Quarenghi durante l'incontro di martedì con le ragazze e i ragazzi di una scuola media di Palermo, organizzato dall'Associazione Oliver

Dell'incontro con Giusi Quarenghi ricorderò:
che la biblioteca è cugina prossima della scuola
che io viene dopo aver preso coscienza del tu, quindi dell'altro
che io e tu sono interscambiabili
che siamo tanti
che scrivere comporta fatica
che trovare una spiegazione al titolo poetico scelto per un libro può essere un caso
che i capelli tutti da una parte sembra segnino una direzione tratteggiata dal vento
che è facile chiedere un consiglio
che le parole hanno le porte come le case
che è bello crescere con i libri
che il verbo essere è il primo verbo che si impara in tutte le lingue
che la declinazione del verbo e il susseguirsi dei pronomi personali ti fa sentire meno solo
che ognuno è creatore della propria storia ma anche di quella dell'altro
che questo concetto mi piace se penso ai due, alle loro vite allenate all'altro, legate e libere.


I libri di cui si è parlato durante l'incontro:
http://www.topipittori.it/it/catalogo/e-sulle-case-il-cielo
http://catalogo.giunti.it/scheda.php?idscheda=9965


Di questa settimana ricorderò la visita casuale alla Biblioteca Comunale di Monreale con Monica.
Alla gentilezza della bibliotecaria: custode e traghettatrice.









martedì 17 aprile 2012

dov'era il no faremo il si!


ogni tanto la sera si canticchia per addormentare i due: a bassa voce.




...E tra di noi divideremo
lavoro, amore, libertà.
E insieme ci riprenderemo
la parola e la verità.
Guarda in viso, tienili a memoria
chi ci uccise, chi mentì.
Compagno, porta la tua storia
alla certezza che ci unì...



testo di franco fortini
interpretato da ivan della mea

lunedì 16 aprile 2012

la nonna sa


era natale quando c'era la nonna
quando arrivava il momento di decidere chi invitare
quando si contavano le sedie per fare posto a tutti
quando si sceglieva il colore della tovaglia, mai appattato con quello dei tovaglioli
quando si scendeva al mercato
quando si dividevano i compiti
quando si impastava, si tagliava, si divideva, si arriminava
quando arrivavano le telefonate di quelli di fuori
quando si ricordava il natale precedente
quando si aprivano i regali
quando la nonna si sedeva a tavola per ultima
quando si parlava di come eravamo prima
quando la nonna ci diceva 'restate a casa per cena e poi uscite'
la nonna sapeva di lenzuola pulite e ben stirate
di cibo buono
di olio e sale
di verdure crude e cotte
di asciugamani profumate
di incontri e arrivederci
di dolore
di risate senza controllo
di conserve per l'inverno
di figli
di rinunce
di vittorie
di madre
di biancheria stesa
di pane caldo
era natale, si, quando eravamo tutti e non mancava nessuno


venerdì 13 aprile 2012

fare fare fare





Siamo arrivati a due anni, quindi a buon punto per eliminare un pò di malefatte.
101 cose da fare prima di compiere 5 anni. Tutte le gioie della vita under 5 di Sally Norton (dalai editore) è un valido supporto per contenere le esuberanze dei due che ancora non parlano correntemente ma 'fanno', adesso sono in una fase scioglilingua anche se la sintassi dei loro monosillabi è praticamente perfetta. Io vado eliminando le cose già fatte...tante moltiplicate per due.

Poi oggi scopro che il National trust ha lanciato la campagna 50 cose da fare prima di compiere 11 anni e 3/4. Gran parte delle attività sono da compiere rigorosamente all'aperto, in mezzo alla natura fuori da tutte le case e lontani da tv e computer. Se penso all'infanzia passata con i miei due cugini penso che gran parte di queste cose le abbiamo fatte, forse anche entro gli 11.
Un bel programma elettorale che consiglierei a molti di leggere perché non tutto è così lontano dalle nostre città, totalmente prive di libertà.
50 punti fatti di cose semplici, vicine, piccole, sicure, pulite: perché non dipende solo da noi assicurare ai nostri figli piccole conquiste.

Grazie a il post per l'elenco

1. Arrampicarsi su un albero
2. Rotolare giù da una grande collina
3. Accamparsi all’aperto
4. Costruire un rifugio
5. Far rimbalzare i sassi sull’acqua
6. Correre sotto la pioggia
7. Far volare un aquilone
8. Pescare con il retino
9. Mangiare una mela appena colta dall’albero
10. Giocare a conker, un gioco tradizionale inglese in cui un partecipante munito di una castagna attaccata a uno spago cerca di staccare dal filo o far cadere la castagna dell’avversario
11. Lanciare palle di neve
12. Partecipare a una caccia al tesoro sulla spiaggia
13. Fare una torta di fango
14. Costruire una diga su un ruscello
15. Andare sullo slittino
16. Seppellire qualcuno sotto la sabbia
17. Organizzare una gara di lumache
18. Stare in equilibrio su un albero caduto
19. Dondolarsi da una corda
20. Giocare a scivolare nel fango
21. Mangiare more raccolte dai rovi
22. Guardare dentro un albero
23. Esplorare un’isola
24. Correre a braccia aperte facendo l’aeroplano
25. Fischiare usando un filo d’erba
26. Andare in cerca di fossili e ossa
27. Guardare l’alba
28. Scalare un’enorme collina
29. Visitare una cascata
30. Dar da mangiare a un uccello dalla mano
31. Andare a caccia di insetti
32. Cercare uova di rana
33. Catturare una farfalla con il retino
34. Inseguire animali selvatici
35. Scoprire cosa c’è in uno stagno
36. Richiamare un gufo imitando il suo verso
37. Osservare le strane creature tra le rocce di un lago
38. Allevare una farfalla
39. Dare la caccia a un granchio
40. Fare una passeggiata nel bosco di notte
41. Piantare qualcosa, coltivarla e mangiarla
42. Nuotare in mare, in un fiume, insomma, non in piscina
43. Fare rafting
44. Accendere un fuoco senza fiammiferi
45. Trovare la strada servendosi solo di mappa e bussola
46. Arrampicarsi sui massi
47. Cucinare in campeggio
48. Fare discesa in corda doppia
49. Giocare a geocaching, una Caccia al tesoro con il GPS
50. Andare in canoa su un fiume

Tararì tararera. Storia in lingua Piripù per il puro piacere di raccontare storie ai Piripù Bibi




Questo libro è davvero una bella prova per tutte le persone che amino i libri e adorino i bambini. Emanuela bussolati è una illustratrice e scrittrice di libri per bambini, curatrice e ideatrice di molte collane a loro dedicate.

Tararì tararera. Storia in lingua Piripù per il puro piacere di raccontare storie ai Piripù Bibi edizioni Carthusia, ha vinto il premio Andersen nel 2010 come miglior libro nella fascia 0-6 anni




(immagini scaricate dal sito http://emanuelabussolati.wordpress.com/)

"Per essere un albo quanto mai coinvolgente e godibile, di assoluta originalità. Per essere un libro semplice e lineare frutto di un attento e colto progetto linguistico e grafico.
Per regalarci un implicito invito a far sì che piccoli lettori e adulti possano incontrarsi e stare felicemente insieme"

Io non ho resistito e appena l'ho scoperto l'ho comprato. Ho voluto prima leggerlo da sola. Mi sono goduta tutto il gioco delle parole e dei significati, poi ho provato a non cercarne nessuno e a pensare solo al gioco del grammelot. 
Poi un pomeriggio abbiamo letto il libro con i due e devo dire che per un pò hanno seguito. Abbiamo guardato i disegni, nominato gli animali e le cose ed emesso dei suoni. Penso sia un libro perfetto in questa fase (2anni) in cui i bambini costruiscono un linguaggio speciale e fantastico. Lo stesso che Emanuela Bussolati ha saputo costruire in sintonia con le immagini e il movimento delle parole. Ci divertiremo ancora con questo libro a tratti veloce a tratti lento, rumoroso e poi silenzioso. Una storia fuori dalle righe dedicata al piacere di meravigliarsi ancora e ancora. Un'occasione per costruire momenti di complicità con i vostri bambini, guardarli ridere o vederli stupiti delle vostre capacità recitative. Qualcosa accadrà di certo.



mercoledì 11 aprile 2012

achille il puntino




Abituarsi ai libri, figure quotidiane e oggetti da tenere in mano, sfogliare, scoprire.
Achille il puntino (edizioni kalandraka) è un libro che si può leggere con bambini di 2 anni.
Perché la storia di Achille è la storia di chi diventa grande, scopre il mondo e capisce cosa sia veramente necessario per viverci dentro. Allora da un puntino che era diventa occhi, testa e poi bocca, gambe, orecchie, naso, piedi e mani. Nel mondo Achille si dà un nome, afferma 'leggermente' se stesso, la sua nuova esistenza e alla fine della giornata riposa sotto un cielo di puntini, sperando che anche loro un giorno possano intraprendere il meraviglioso viaggio della vita.
I due amano seguire gli sviluppi del puntino e relazionarli al loro corpo, un bell'esercizio che alla fine ci fa sentire completi e fortunati.

Info:
http://www.lefiguredeilibri.com/2012/03/15/kalandraka-italia-identita-di-un-editore/
http://www.kalandraka.com/it/collezioni/raccolta-nome/particolare-del-libro/ver/achille-il-puntino/

domenica 1 aprile 2012

questioni di genere


in questo blog parliamo spesso di libri, ne siamo appassionati, fanno parte della nostra quotidianità perché stanno con noi da tanto tempo. adesso che ci sono i due ne collezioniamo di nuovi e belli, colorati e interessanti. la passione per i libri dovrebbe imporre condivisione: condivisione della passione e della conoscenza acquisita attraverso letture e analisi approfondite. chi lavora con i libri poi sa quanto molteplici siano i livelli di comprensione, in quanti modi sia possibile raggiungere la verità di una storia e in quanti aspetti sia possibile declinarla. chi conosce i libri ne parla come di amici fidati, dispensatori di alternative esperienze di crescita. chi condivide il proprio lavoro con i bambini e i ragazzi sa quanto vivo sia l'interesse se destato nel modo giusto. 
un libro può aiutare ad esprimersi meglio, a raccontare con parole nuove un'altra storia che poi è anche vicina alla mia, i bambini ci trovano colori e divertimento, storie buffe e parole nuove, i ragazzi provano a scoprirsi e riconoscersi, a dare parola a tutti quei nuovi moti dell'animo che turbano ma che sono fonte di crescita se giustamente indirizzati. l'associazione hamelin ha scelto di portare in giro i libri, quelli noi e quelli vecchi, le storie di oggi e quelle di ieri, lo fa nelle scuole con bambini e ragazzi. lo fa con una rivista che approfondisce tematiche legate alla letteratura per l'infanzia e l'adolescenza

lo fa con la semplicità di chi crede che i ragazzi abbiano tanto da esprimere ancora, sia quelli  che hanno da sempre avuto un rapporto con i libri che quelli che li hanno persi un pò per strada. hamelin è un tramite tra i ragazzi e la scuola e anche le famiglie. aiuta a scegliere, a consigliare, a leggere oltre le parole. 

ho conosciuto hamelin grazie al sicilia queer filmfest, in occasione dell'incontro svoltosi presso la libreria garibaldi giorno 29 marzo per presentare il numero 29 della rivista curata dall'associazione avente come tema le questioni di genere. il festival ha avuto la sua prima edizione a palermo lo scorso anno, all'interno è stata strutturata una sezione legata alla scuola e alla formazione inerente le stesse tematiche del festival. ovvero questioni di genere e omogenitorialità vissuti all'interno di strutture come la scuola e ancora poco comprese, individuate come facenti parte di un sempre crescente numero di persone.  l'edizione 2012 del festival si svolgerà a palermo da 1 al 7 giugno



a questo proposito ricordiamo l'associazione della famiglie arcobaleno.
associazione di famiglie omosessuali che svolgono un'importante azione di sensibilizzazione all'interno dei comuni luoghi di vita. si perché è fuori che si vive e si ritrova la semplicità e la verità di gesti e parole. è già difficile per le famiglie di tutti i tipi direi. non conta solo l'omogenitorialità che in un paese come il nostro viene spesso velata di imperfezione, ma tutte le famiglie che cercano di seguire un sistema di vita lontano dalle regole comuni creano una qualche forma di dissenso. sia chiaro una bella sensazione da mantenere e amplificare. 
un merito delle famiglie arcobaleno è stato quello di aver dato una base ampia e solida a quanti volessero allargare, come dicono nella presentazione della loro attività, il concetto di famiglia, ovvero sostenere le coppie omosessuali che vogliono avere figli. l'associazione è stata e continua ad essere un supporto, uno scambio di conoscenze ed esperienze. 

c'è poi la casa editrice lo stampatello che cerca di affrontare con un linguaggio semplice i temi dell'omogenitorialità e dell'omoaffettività.

e sempre a proposito di libri e di chi le storie le sa raccontare condivido la lettura di un brano del libro sabotaggio d'amore di amelie nothomb che riprende alcuni dei temi affrontati da hamelin nell'incontro che si è tenuto a palermo e che racconta di una semplicità che oggi più che mai va recuperata e custodita, anzi no gridata al mondo intero. forse il compito più difficile come educatori, come genitori è l'educazione ai sentimenti e alla libertà. mi piacerebbe crescere figli e vedere figli d'altri capaci di dire sempre cosa pensano, capaci di esprimere le loro emozioni e di non aver paura a manifestare le proprie volontà.

grazie a quanti lavorano perché siano sempre di più le scelte di libertà
hamelin
sicilia queer filmfest
famiglie arcobaleno

da 'sabotaggio d'amore' di amelie nothomb

"si impone qualche precisazione ontologica. fino a 14 anni ho diviso l'umanità in tre categorie:donne, bambine e ridicoli. tutte le altre differenze mi sembravano aneddotiche: ricchi e poveri, cinesi o brasiliani, padroni o schiavi, belli obrutti, adulti o vecchi, quelle distinzioni erano sì importanti, ma non influivano sull'essenza individuale. 
le donne erano persone indispensabili. preparavano da mangiare, vestivano i figli, insegnavano loro ad allacciarsi le scarpe, pulivano, fabbricavano dei bambini con la pancia, indossavano vestiti interessanti. 
i ridicoli non servivano a niente.
la mattina i ridicoli grandi andavano in ufficio, che era una scuola per adulti, cioè un posto inutile.
la sera vedevano gli amici, attività poco onorevole di cui ho parlato sopra.
in realtà i ridicoli adulti erano rimasti molto simili ai ridicoli bambini, con una differenza non trascurabile:loro avevano perso il bene dell'infanzia. ma le loro funzioni non cambiavano granché e il loro fisico nemmeno.
in compenso c'era un'enorme differenza fra le donne e le bambine. innanzitutto non erano dello stesso sesso, bastava guardarle per rendersene conto. e poi il loro ruolo cambiava moltissimo in base all'età:passavano dall'inutilità dell'infanzia all'utilità primordiale delle donne, mentre i ridicoli rimanevano inutili tutta la vita....
... le donne e i ridicoli erano menomati.
il loro corpo presentava errori il cui aspetto non poteva ispirare che il riso.
solo le bambine erano perfette
nel loro corpo non sporgeva niente, né un'appendice grottesca, né ridicole protuberanze.
erano concepite alla perfezione, profilate per non offrire alcuna resistenza alla vita.
non avevano un'utilità materiale, ma erano più necessarie di chiunque altro, perché erano la bellezza dell'umanità, la vera bellezza, quella che è pura gioia di esistere, dove non c'è nessun intralcio, dove il corpo è felicità dalla testa ai piedi. 
bisogna essere stati una bambina per sapere che sensazione deliziosa può essere avere un corpo.
cosa dovrebbe essere il corpo?
un oggetto di puro piacere, di pura letizia.
appena il corpo presenta qualche disturbo, appena il corpo è un impaccio è la fine.
mi accorgo solo ora che all'aggettivo liscio non corrisponde nessun sostantivo.
non c'è da meravigliarsi: in qualsiasi lingua, il vocabolario della felicità è sempre stato il più povero.
mi si dia licenza di coniare il termine "liscezza" per dare un'idea, agli impediti di ogni genere, di che cosa voglia dire un corpo felice.
platone definisce il corpo uno schermo,  una prigione, e gli do cento volte ragione, tranne che per le bambine. se platone fosse mai stato una bambina avrebbe saputo che il corpo può essere esattamente il contrario: lo strumento di tutte le libertà, il trampolino delle più deliziose vertigini, il santo a campana dell'anima, la cavallina delle idee, scrigno di virtuosismo e di velocità, unica finestra del povero cervello. è chiaro non tutte le bambine sono belle, ma anche le bambine brutte si guardano con piacere.
e quando una bambina è carina, quando una bambina è belle, il più grande poeta d'italia le consacra la sua opera intera, un grandissimo logico inglese perde la ragione per lei, uno scrittore russo fugge dal suo paese per dare il suo nome a un pericoloso romanzo, ecc.
perché le bambine fanno impazzire.
fino a 14 anni mi piacevano le donne, mi piacevano i ridicoli, ma pensavo che innamorarsi di qualcuno che non fosse una bambina non avesse alcun senso"