mercoledì 30 maggio 2012

lettera scritta a mano



C'è chi pensa alle lettere da scrivere a mano, chi recupera il senso del tempo, il tempo dedicato, le parole scelte, pensate per qualcuno che nemmeno si conosce.
Lenka Clayton e Micheal Crowe lo hanno fatto e continuano a farlo.
Hanno cominciato inviando una lettera scritta a mano alle 467 famiglie di un villaggio irlandese. Poi hanno continuato inviandone 620 in un altro paese negli Stati Uniti.
E hanno continuato inviandone altre in Germania e in Svizzera. Io non immagino neanche cosa sia successo in questi posti il giorno dopo l'arrivo delle lettere. Forse se ne parlava per strada, a scuola, al lavoro. Immagino chi, con la sua lettera in mano, avrà provato piacere per questo pensiero ricevuto, altri stupore immaginando 2 mani, la voglia di scrivere, incollare, piegare, chiudere e spedire.
Spedire a te in un remoto angolo del mondo, a te che quella lettera la custodirai come un pensiero felice e a te che ancora la aspetti.
Ne ho scelte alcune. Le trovate tutte sul sito http://mysteriousletters.blogspot.it


















giovedì 24 maggio 2012

23_maggio_1992


Ciao Vivi. Stamattina ho accompagnato Ines a scuola e avevano organizzato una piccola manifestazione per ricordare il ventennale della morte dei nostri giudici.Qualche giorno fa era tornata a casa farfugliando una poesia sulla legalità..sulle prime mi sono chiesta perchè, poi mi era sembrato quantomeno un pò prematuro, ma oggi quando li ho visti lì, sotto la pioggia triste di questa giornata, gli occhietti accesi, le manine calde alzate a sventolare bandierine fette da loro ho cominciato a piangere e aimè non ho più smesso. Sono tornata indietro ai miei sedici anni, a quei pomeriggi, alle esplosioni sentite con le mie orecchie, alle ore di pianto, che mia mamma mi ha ricordato oggi al telefono, alle riunioni con i miei amici, alle messe dei funerali, la prima da sola nella chiesa affollata di San Domenico che non avevo mai neanche visto, e la seconda come scout nella chiesa che era la mia ma anche quella della famiglia Borsellino. Oggi come allora mi sento dentro quel dolore, ancora forte, ancora vivo, ancora acceso. Vedo i loro occhi,nelle interviste rilasciate allora, disponibili a guardare dritto ma anche ad abbassarsi, modesti, sinceri, onesti, portatori di un messaggio, appassionati, forse anche un pò rassegnati. Quello che sento oggi fortemente è questa  sicilianità, la mia appartenenza ad una terra , ad un luogo, ad un popolo, pur nelle specifiche differenze, e una profondissima malinconia. Tu come ti senti oggi?E dov'eri vent'anni fa? Un abbraccio forte,fede.

Cara Federica
avrei pianto insieme a te, avrei sentito nascere in gola la stessa emozione.
Il 23 maggio del 1992 ero a Caltanissetta, la scuola ormai era finita per noi che preparavamo l'esame di maturità.
Ero con i miei genitori a casa
Poi a fine giuno la manifestazione a Palermo, sempre con loro.
E poi il 19 luglio
E poi palermo è diventata la mia città, quella dove in un caldo agosto del 92 ho cominciato a cercare la mia prima casa.
Io mi ricordo che ho sentito questa città sicura, ho voluto prenderla così
Altrimenti non avrei potuto viverla
La facoltà di architettura me l'ha fatta scoprire bella e piena, con la bicicletta l'ho percorsa ovunque e a tutte le ore
Palermo mi ha insegnato a 'quartiarmi', si dice così?
E poi i nuovi amici, tutte le storie, le esperienze, le cose viste e sentite.
E poi a Palermo sono nati i nostri figli, e qui vivono e non so se ci resteranno
Ma abiteranno un sud, anche se non so se valgano ancora queste distinzioni.
Come scrivi sentiamo forte questa 'sicilianità' che sta nella fierezza e nel coraggio, negli sguardi dritti e sinceri, nella paura che sappiamo trasformare in forza. Caratteristiche delle donne e degli uomini che ce la fanno in qualunque parte del mondo forse.
A Palermo c'è che si cresce incontrando la mafia
E la mafia non è solo quella del 23 maggio 1992 o del 19 luglio 1992, abbiamo contatti quotidiani con questa parola che ne comprende tante altre
Credo che gli strumenti che dobbiamo dare ai nostri figli e alle nostre figlie
siano quelli che li possano aiutare a riconoscere i gesti, gli sguardi, le parole dette e quelle sentite, a chiedersi sempre perché, a saper contestare l'autorità, a saper decifrare, a saper guardare una città piena di bellezza e di sofferenza, imparandone codici e comportamenti ma non necessariamente mettendoli in pratica tutti s'intende.
In parte lo faranno da soli, è un processo quasi naturale.
Certe cose ti si attaccano addosso in questa terra calda e assolata
Oggi però pioveva e la pioggia pulisce, lava, rigenera, dà vita
Ecco, oggi la pioggia ci stava
non fosse altro che per confondersi con le lacrime.
Un abbraccio forte.

martedì 22 maggio 2012

natural history



Passando per via Volturno a Palermo dopo aver accompagnato i due all'asilo ho trovato questo libro.




Da tempo pensavo ad un libro di storia naturale da tenere in casa per i bambini, forse perché ricordo quelli che scovavo in biblioteca quando ero piccola e sui quali facevo le mie ricerche delle elementari o forse perché fra qualche anno sarà bello disegnare animali e piante e chiederci il perché delle cose. 
Magari senza trovare una spiegazione scientifica, proveremo comunque a farci domande sperando di essere razionali e non troppo dogmatici.
I bambini cercano i significati nelle cose che vedono e che scoprono. Li cercano perché non li conoscono, perché una cosa non può esistere senza che ci siano delle precise condizioni. 
Ora questo non vuol dire che per spiegare loro certi fenomeni naturali non si possa inventare tutto di sana pianta e facendo scivolare l'argomento sullo stile fantasioso e creativo, elementi (la fantasia e la creatività) imprescindibili per alleggerire domande e dubbi. 
Il fatto è che le spiegazioni ai bambini piacciono, servono, li rendono sicuri, la loro curiosità va difesa e ripagata.
Vuoi mettere l'impegno che ci vuole ad essere curiosi? Cavolo!
Per il momento con i due tutto è sperimentazione pura: la manipolazione dei materiali, degli oggetti, la trasmissione di sensazioni di stupore attraverso il tatto o il movimento. 
Me la sbrigo facile, si direbbe in uno slang più o meno dei nostri giorni.
Eh si e poi?
La farina adesso si mischia con l'acqua e poi con il lievito madre e poi la mettiamo in forno e diventa pane.
Si e perché?
Adesso ci piacciono le api e sappiamo che fanno il miele che noi mangiamo ed è buono.
Si ma il miele come lo fanno le api?
E Ponyo prima era un pesce e adesso è una bambina.
Si ok ma prima eravamo tutti pesci e poi abbiamo conquistato la terraferma?
Insomma un attimo.
Con questo libro ho capito che devo aggiornarmi, si è vero posso anche raccontare frottole in forma di favole o cercare di rendere semplici e comprensibili teorie a volte complesse anche per i grandi.
Per esempio adesso i dinosauri per Giuseppe sono solo una parola difficile da pronunciare alla quale però lui riesce a dare un suono preciso e decifrabile.
Io non sapevo che tra le cause dell'estinzione dei dinosauri ci sarebbe anche quella causata dall'impatto di un asteroide sulla terra 65 milioni di anni fa. Secondo questa teoria, accreditata e verificata, "l’asteroide responsabile dell’estinzione di massa aveva un diametro di 12 chilometri e l’impatto, un milione di volte più potente dell’esplosione di una bomba atomica, potrebbe aver causato nello stesso tempo e istantaneamente devastanti terremoti e tsunami su tutto il pianeta. L’evento ha inoltre sollevato una grande quantità di polveri, detriti e gas che hanno causato una sorta di «nube» che ha ridotto la luce, provocato il raffreddamento della superficie terrestre e l’acidificazione degli oceani, decimando specie vegetali e animali" l'ho letto qui


Quello che ho capito leggendo varie informazioni sulla teoria dell'evoluzione è che si cerca di vedere un fine anche dove il fine non c'è.
La storia dei dinosauri che non posso ancora spiegare a Giuseppe dimostra come gli eventi possano prendere direzioni improvvise e imprevedibili. 
Noi sappiamo dopo quello che è successo ma non tutto quello che sarebbe potuto succedere.
Niente linearità dunque, è come guardare le cose contemporaneamente su più livelli.
Penso sia un bel modo per raccontare certe questioni ai bambini, un modo per non lasciarli con una sola spiegazione possibile ma con alternative e respiri aperti.


























questi video sono sui dinosauri











questi dinosauri ormai vivono con noi



sabato 19 maggio 2012

uscita di sicurezza


i due dormono, si sono addormentati presto. oggi niente asilo, il sabato si sta a casa.
li guardo dormire, li penso 'sicuri' qui a casa.
viviamo in un paese nel quale si muore a scuola: perché le scuole crollano
o perché qualcuno decide una mattina di farle esplodere
nelle scuole si impara a vivere con gli altri
lasciamo ogni giorno i nostri figli nelle scuole sicuri di ritrovarli
pieni di storie da raccontarci
pieni di cose fatte e viste
colorati e sporchi
ancora assonnati

chi difende i bambini, le bambine, le ragazze e i ragazzi?
e come si spiega che la morte arriva a scuola?
con quale sicurezza si tornerà domani e poi domani ancora, nelle scuole, nelle strade, nelle città?
nessuno di noi, nemmeno da genitore, può assicurare la salvezza dei propri figli?
è possibile?
e se non si riesce a difendere la vita cosa resta?
ancora morti senza colpevoli e senza spiegazioni?

i nostri gesti quotidiani sono unici, sono gesti d'amore, di rispetto, di difesa, di dignità.
non esistono parti del mondo dove ci si salva
esiste una grande famiglia dove i figli sono di tutti
di chi li vuol bene e li difende.
in questa famiglia ci sono tutte quelle persone che hanno il cuore che gli batte forte nel petto
che abbracciano i propri figli e in questo abbraccio stringono i figli degli altri.
quelli che ci sono e quelli che non ci sono più.




venerdì 18 maggio 2012

accidenti a questa città!



Su suggerimento di Andrea la mamma di Davide, quando andiamo all'asilo passando per corso Vittorio Emanuele, attraversiamo il piano della Cattedrale e ci fermiamo un attimo. I due alzano la testa e la bellezza illuminata dal sole sta davanti a noi. Qualche minuto e poi ci rimettiamo in cammino per raggiungere l'asilo.
Come abbiamo avuto modo di dire in quest'altro post su 2%, la strada verso l'asilo è piena di cose belle ma anche di cose che ci fanno arrabbiare. I due sono nati in una città che non so se avranno il tempo di conoscere e di vivere nelle strade, tra i pericoli oltre che tra le bellezze.
La stessa che ho visto cambiare dopo averla attraversata per chilometri e a tutte le ore a piedi e in bicicletta. Non so se diventeranno grandi qui. Di certo adesso annusano e guardano e forse tra qualche anno verrà il tempo di raccontare memorie e storie.
In questo articolo di Attilio Bolzoni c'è la memoria della Palermo dei morti che non deve dimenticare quella dei vivi, c'è il dolore della città e la speranza che si fa fatica a trovare. C'è chi c'è sempre stato, chi è andato via e c'è chi non si ricorda. Ci sono parole d'amore e di dolore. 
Una forte emozione leggerlo.
Conosco alcune delle persone citate e mi sembra un bel viaggio, uno dei tanti che è possibile fare in questa città. 
A Palermo vivo e mi indigno ogni mattina e poi mi innamoro e poi ricordo e poi vorrei tanto vederla diversa, vorrei contribuire a renderla diversa e non lasciarla mai e poi forse un giorno dovrò lasciarla e poi tornerò con la memoria, con i piedi e con i 'due'.


(le foto le abbiamo scattate oggi andata-ritorno casa asilo)









mercoledì 9 maggio 2012

Mi rifiuto di mentire ai bambini



Maurice Sendak è morto ieri. Abitava la sua casa nel Connecticut  
che aveva condiviso per 40 anni con il suo compagno Eugene, morto nel 2007.
Ho conosciuto tempo fa 'Nel paese dei mostri selvaggi' e ho amato Max, ho amato la rabbia della madre che lo porta a voler evadere in un mondo di creature selvagge. Un luogo dove fuggire da se stesso, ma si sa le fughe ci riportano a quelli che siamo e le creature che Max incontrerà lo avvicineranno alla verità dei rapporti. Max scoprirà la vita in comune. la solitudine del potere che impone leggi che non rispettano tutti e la felicità del 'fuori controllo. 
Max alla fine della storia torna a casa, ritrova la mamma e la sua cena calda.
Si scontrano volontà e sensibilità nel rapporto mamma-max. 
Questo è un libro importante che sta nella nostra libreria. 
Spesso chiamo i miei due (giuseppe e gianluca) 'mostrini' e in realtà lo sono, ne sono sicura. Sono mostrini senza regole, liberi di fare il putiferio!
Ci arrabbiamo, facciamo pace abbracciandoci e leccandoci le ferite.
E siamo sempre insieme.
Loro fuggono dalle mie paure e dalla mia rabbia e lo faranno sempre.
Io dalla loro determinazione e dalla fatica di crescere e trovare un posto nel mondo selvaggio.
Possiamo solo collaborare, non abbiamo scelta. Sederci a tavola e consumare la nostra cena ancora calda. 




giovedì 3 maggio 2012

i libri spediamoli a scuola!

Gran bel progetto descritto così nel sito http://www.ilibrispediamoliascuola.it/:

L’articolo 4 della nostra Costituzione dice che ogni cittadino ha il dovere di sostenere il “progresso materiale o spirituale della società”.
Eppure da tempo nella scuola italiana c’è poco spazio per i libri. Le biblitoteche scolastiche non sono previste nei nostri istituti scolastici: se ci sono e sono attive è grazie all’impegno volontario di insegnanti e genitori.
E la cosa forse ancor più preoccupante, è che ci stiamo abituando al fatto che proprio lì, dove i libri dovrebbero avere un posto d’onore, questi non ci siano…
Tutto ciò ci rafforza in un’idea: oggi più che mai c’è bisogno di libri e di libri nelle scuole.
Riteniamo sia importante, vista la situazione italiana, che nasca oggi un circuito virtuoso per unire quei cittadini che credono (come noi) che i libri siano fondamentali per la crescita dell’individuo e quindi proporre un’azione semplice – ma rivoluzionaria – perché coloro che sanno cosa fare con i libri possano riceverli!
Il meccanismo della campagna I libri? Spediamoli a scuola? è semplicissimo:
le scuole interessate devono contattare le librerie aderenti al progetto (che crescono di giorno in giorno) e insieme a librai esperti elaboreranno una lista di titoli che verrà esposta in libreria. I cittadini (ma anche aziende, istituzioni, associazioni) acquistano uno o più libri per comporre lo scaffale e diventano azionisti di una biblioteca scolastica. Una volta “chiuso” lo scaffale verrà consegnato alla scuola.

L'8 maggio cercate in città la libreria che aderisce al progetto. Della biblioteca a scuola diventate azionisti!

E c'è pure una canzone bellissima.