martedì 26 febbraio 2013

le parti di un libro


Credo che i bambini intuiscano il significato profondo di ogni cosa. Sono solo gli adulti che per la maggior parte del tempo leggono la superficie. Sto generalizzando, naturalmente, ma le mie illustrazioni non sorprendono i bambini. Loro sanno cosa c’è in queste storie. Sanno che matrigna significa madre, e che il suffisso -igna è lì per evitare che gli adulti si spaventino. I bambini sanno che ci sono madri che abbandonano i loro bambini, emotivamente, non letteralmente. Talvolta vivono con questa realtà. Non mentono a se stessi. 
E vorrebbero sopravvivere, se questo accade. 
Il mio obiettivo è non mentire loro.
-M. Sendak-






All'asilo dei due hanno proposto ad alcuni di noi di svolgere dei laboratori con bambini e genitori, a me è toccato quello sui libri.
Felicità
I libri: poter condividere la bellezza nel leggerli, collezionarli, prenderli in mano la sera prima di addormentare i bambini, ma anche farli da sé.
Gli elementi di una storia possono essere pochi, avere colori e forme semplici, essere realizzati con quello che abbiamo a casa.
I personaggi delle prime storie sono quelli che piacciono ai nostri bambini, sono i dinosauri, i pesci, gli alberi, le macchinine, le fatine, le stelle.
Li disegni 
Li ritagli 
Li incolli su un foglio, oppure li fai muovere
Li fai spuntare, li sveli piano piano
Li fai parlare
Gli cambi la voce
E' un gioco, ai bambini piace, quel pezzo di carta se lo conserveranno, lo coloreranno, lo cambieranno come vogliono loro.

E' stato un bel pomeriggio all'asilo, è stato bello vedere i volti stupiti di mamme e papà
più di quelli dei bambini  (che lo stupore per loro è un'espressione che non va mai via dal viso
o almeno non dovrebbe). Stupirsi per le parole nuove, le belle immagini, la fine della storia,
stupirsi per tutto quello che viene fatto con le mani, viene intrecciato, incollato, piegato e trasformato senza troppa magia.

Parlare di libri facendoli, tra un ritaglio e l'altro, una passata di colla, un disegno improvvisato, escono fuori titoli, preferenze, suggerimenti, storie.

E poi come sempre: genitori che si fermano ai laboratori dopo il lavoro, che dedicano tempo ai piccoli anche negli spazi dell'asilo, uno spazio che nella condivisione ritrova un senso diverso e vero.

Io non mi stupisco della capacità di creare con i bimbi, viene fuori in modi diversi.
Basta solo esercitarla forse. Occuparsi di loro, custodire fantasie, ricordi, paure, parole abbozzate. Trascriverle per rileggerle tra qualche anno.

Da due sere Giuseppe, mentre cammina facendo un girotondo, recita: "perché sono qui?", lo urla a volte, le accompagna con la mano queste 3 parole. Gli ho chiesto se si stesse preparando per un'audizione. Ieri sera mi ha detto di averla superata, reciterà la parte dell'unico dinosauro sopravvissuto all'estinzione. Avrà una sola battuta da dire "perché sono qui?"
Lo so che questa storia continuerà, la scriveremo insieme e ce la ricorderemo un giorno.










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