giovedì 28 febbraio 2013

elezioni supplementari


 Negli ultimi tre anni, mentre negli altri paesi euromediterranei e in generale in occidente si estendevano e in alcuni casi si radicavano movimenti inequivocabilmente antiausterity e antiliberisti, qui da noi non è successo. Ci sono sì state lotte importanti, ma sono rimaste confinate in territori ristretti oppure sono durate poco. Tanti fuochi di paglia, ma nessuna scintilla ha incendiato la prateria, come invece è accaduto altrove. Niente indignados, da noi; niente #Occupy; niente “primavere” di alcun genere; niente “Je lutte des classes”contro la riforma delle pensioni. Non abbiamo avuto una piazza Tahrir, non abbiamo avuto una Puerta de Sol, non abbiamo avuto una piazza Syntagma. Non abbiamo combattuto come si è combattuto – e in certi casi tuttora si combatte – altrove. Perché?
Wu Ming


Non posso ancora spiegare ai due il risultato delle elezioni.
Non posso dire loro di non credere a chi urla vaffanculo perché convinto di essere meglio degli altri, a chi le altre le usa per il suo piacere personale, a chi gli altri non li conosce e continua ad ignorare segnali di fiducia del paese. 
Non posso dire che sto parlando dei tre i partiti che hanno preso il maggior numero di voti alle elezioni politiche del 2013.
Però.

State per compiere 3 anni che facciamo? ci organizziamo? ci diamo un nome?
Ma non un partito o un movimento, mettiamo in pratica tutte le forme di  autogestione che conosciamo, siete bravissimi in questo: giocando mettete d'accordo dinosauri e macchinine, organizzate piccoli mondi, fate dialogare pentole e costruzioni come pochi sanno fare.
Coinvolgiamo tutti i bambini che dite? Possiamo farcela, credetemi. Sapete quanti siamo? Più di 5 milioni se consideriamo i bambini e le bambine sotto i 10 anni. Il nostro non sarebbe un movimento controllato al vertice ma un movimento con una base operativa forte e organizzata dal basso, saremmo fortissimi.
Dai, siamo anche incensurabili Cosa volete di meglio?
Ragazzi voi non sapete ancora leggere ma io ho letto tutti i programmi di quei 3 partiti.
Lo spread? La spending rewiev? Le unioni tra le coppie di fatto o tra persone dello stesso sesso? Ambiente ed ecologia? 
Il vero problema è che in questi programmi non si parla o si parla poco e male di bambini capite? Sarebbe logico, doveroso rispettarvi e invece no. Il vostro nome viene fuori solo per collegarlo alla scuola. Le scuole che ogni giorno frequentate, che spesso non sono sicure, sono fredde, non sono accoglienti. E parliamo solo di spazi, non entriamo nel merito di programmi e metodi.
Dove sta lo spazio per giocare, per leggere, per correre, per saltare, per passeggiare con gli amici, per baciarsi? Riprendiamocelo!
Nelle strade e nei cortili, nelle ville e nei giardini anche quelli storici perbacco!

Dai organizziamoci, dobbiamo capire già da adesco che lottare per le cause giuste non è tempo perso, che i diritti dei piccoli sono grandi, facciamo la rivoluzione dei piccoli!
Non ho fatto in tempo a dirle queste parole, li ho guardati negli occhi, abbiamo preferito leggere 'Paura tra i dinosauri', spostare le linguette e far muovere occhi e bocche spaventate o noncuranti... il solito t-rex che vuole metterci paura.
Il nuovo che avanza! Ma pure lui!
Abbiamo ripetuto versi, ci siamo sbellicati dalle risate.
Cose di bambini, di sera, a casa, prima di andare a letto.



















martedì 26 febbraio 2013

le parti di un libro


Credo che i bambini intuiscano il significato profondo di ogni cosa. Sono solo gli adulti che per la maggior parte del tempo leggono la superficie. Sto generalizzando, naturalmente, ma le mie illustrazioni non sorprendono i bambini. Loro sanno cosa c’è in queste storie. Sanno che matrigna significa madre, e che il suffisso -igna è lì per evitare che gli adulti si spaventino. I bambini sanno che ci sono madri che abbandonano i loro bambini, emotivamente, non letteralmente. Talvolta vivono con questa realtà. Non mentono a se stessi. 
E vorrebbero sopravvivere, se questo accade. 
Il mio obiettivo è non mentire loro.
-M. Sendak-






All'asilo dei due hanno proposto ad alcuni di noi di svolgere dei laboratori con bambini e genitori, a me è toccato quello sui libri.
Felicità
I libri: poter condividere la bellezza nel leggerli, collezionarli, prenderli in mano la sera prima di addormentare i bambini, ma anche farli da sé.
Gli elementi di una storia possono essere pochi, avere colori e forme semplici, essere realizzati con quello che abbiamo a casa.
I personaggi delle prime storie sono quelli che piacciono ai nostri bambini, sono i dinosauri, i pesci, gli alberi, le macchinine, le fatine, le stelle.
Li disegni 
Li ritagli 
Li incolli su un foglio, oppure li fai muovere
Li fai spuntare, li sveli piano piano
Li fai parlare
Gli cambi la voce
E' un gioco, ai bambini piace, quel pezzo di carta se lo conserveranno, lo coloreranno, lo cambieranno come vogliono loro.

E' stato un bel pomeriggio all'asilo, è stato bello vedere i volti stupiti di mamme e papà
più di quelli dei bambini  (che lo stupore per loro è un'espressione che non va mai via dal viso
o almeno non dovrebbe). Stupirsi per le parole nuove, le belle immagini, la fine della storia,
stupirsi per tutto quello che viene fatto con le mani, viene intrecciato, incollato, piegato e trasformato senza troppa magia.

Parlare di libri facendoli, tra un ritaglio e l'altro, una passata di colla, un disegno improvvisato, escono fuori titoli, preferenze, suggerimenti, storie.

E poi come sempre: genitori che si fermano ai laboratori dopo il lavoro, che dedicano tempo ai piccoli anche negli spazi dell'asilo, uno spazio che nella condivisione ritrova un senso diverso e vero.

Io non mi stupisco della capacità di creare con i bimbi, viene fuori in modi diversi.
Basta solo esercitarla forse. Occuparsi di loro, custodire fantasie, ricordi, paure, parole abbozzate. Trascriverle per rileggerle tra qualche anno.

Da due sere Giuseppe, mentre cammina facendo un girotondo, recita: "perché sono qui?", lo urla a volte, le accompagna con la mano queste 3 parole. Gli ho chiesto se si stesse preparando per un'audizione. Ieri sera mi ha detto di averla superata, reciterà la parte dell'unico dinosauro sopravvissuto all'estinzione. Avrà una sola battuta da dire "perché sono qui?"
Lo so che questa storia continuerà, la scriveremo insieme e ce la ricorderemo un giorno.










martedì 12 febbraio 2013

under the tree




Questo post torna indietro nel tempo di due mesi circa, ad un giorno di dicembre, il 19 del 2012. Lo scrivo, in ritardo, per documentare un momento di condivisione e di azione collettiva: la pulizia del giardino dell'asilo nido frequentato dai due (il Maria Pia di Savoia di Palermo). Gli strumenti erano pochi, le mani volenterose, lo abbiamo ripulito in poche ore, non ci siamo tirati indietro. Abbiamo valutato necessità e priorità, quelle dei bambini, abbiamo mandato lettere nei mesi precedenti, evidenziando la situazione di degrado e di abbandono ma anche di pericolo nella quale versava il giardino.
Poi però si arriva ad un limite, soprattutto quando le risposte ricevute non stabiliscono tempi ma solo volontà.

Ecco, c'è un punto oltre il quale non possiamo restare fermi ad aspettare ancora.

In questa città si vive da mesi in uno stato permanente di pazienza, i tempi di prima sono stati gestiti male, la politica è un affare si sa. Possiamo capire le difficoltà e i ritardi, se la  la scusa continua ad essere solo quella dei ritardi della burocrazia, non le capiamo più.

Io ho fatto solo una telefonata due giorni prima della pulizia del giardino, ho chiamato un funzionario preposto alla gestione dei giardini comunali, quello dell'asilo non rientrava tra le sue competenze, ma ha accolto la mia richiesta, quella di mandare degli operai, il giorno seguente la nostra pulizia, per ritirare i sacchi (erano 60 alla fine della pulizia) e altri rifiuti che noi genitori avremmo sistemato all'ingresso dell'asilo.
E' bastato poco, la stessa telefonata avrebbe potuto farla l'assessore alla scuola
o quello al verde. Avrebbe avuto un valore diverso forse.

Invece

Vale il nostro impegno e quello di tutte le famiglie che credono in un passaggio di consegne tra scuola e famiglia, un passaggio di ruoli, di conoscenze, di responsabilità. Vale tutto l'impegno e la cura che ci mettiamo ogni giorno per crescere i nostri figli,
vale l'impegno che ci vuole ogni giorno a vivere in una città che non si mette al servizio dei bambini, che non predispone servizi e spazi utili per loro, zone di sicurezza, di movimento e di gioco.Vale questo perché è condivisione e servizio per la collettività
vale ancora di più perché non è riconosciuto e anche se ne viene riconosciuta l'importanza, si passa avanti.

La condivisione dei problemi di questa città comincia a segnare dei limiti per tutti e tutte,
l'attesa l'abbiamo riempita di impegno e di informazione.
Riprenderemo in questi giorni anche l'impegno della raccolta delle firme dei genitori (pochi) negli asili nido comunali, per proporre la modifica del regolamento comunale che al momento non riconosce le famiglie come parte attiva nei processi decisionali, nelle fasi iniziali di un cambiamento, nella  gestione condivisa.

L'attesa la continueremo a riempire di senso e di azioni comuni:
perché è possibile
perché basta poco
perché ci sono bambini piccoli che hanno diritti grandi

Ringrazio tutti i genitori, mamme e papà, che hanno risposto all'appello,
che hanno smesso prima di lavorare e sono venuti a pulire il giardino
Ringrazio il mondo, nel vero senso della parola, racchiuso nell'asilo.

Il giorno dopo abbiamo fatto festa all'asilo
e queste feste sono emozionanti, più di quelle passate in famiglia.
Sono belle perché questi volti li vediamo ogni giorno, ci sorridiamo, ci fermiamo a scambiare due chiacchiere.
Alla festa hanno partecipato 2 assessori della città ai quali avevo mandato l'invito.
Non pensavo che avrebbero risposto, ma sono contenta per loro, perché hanno toccato con mano la condivisione vera:
quella delle mani sporche di terra, degli scarponi infangati del giorno prima, dei pianti e dei sorrisi dei bambini durante la festa, delle musiche e dei canti, delle ragazze indiane che hanno frequentato il nido e adesso studiano al conservatorio e che in occasione della festa hanno cantato per noi. Ecco, a quel punto ho pianto tutte le lacrime di gioia, di vicinanza, di futuro, di impegno.

Le foto che seguono sono di Silvia Andretti (grazie Silvia)