venerdì 16 novembre 2012

scuole di palestina

Deve esistere un modo, una speranza e non è difficile associare alla parola speranza l'immagine dei bambini e delle bambine.
C'è la politica che non risolve, gli interessi economici, ci sono tutti gli errori della storia.
Ma c'è come sempre un senso profondo di resistenza.
Quella di chi ricomincia, di chi subisce violazioni quotidiane della propria libertà. 
(Un interessante rapporto di Amnesty qui)

La resistenza di un popolo è anche il valore che attribuisce al futuro, a chi il futuro adesso lo vede appena, a chi sa quanto questo presente serva per il futuro dei nostri figli. 
In zone di guerra e di devastazione lo si difende ogni giorno, costruendo e avvicinando, e poi ricostruendo e riavvicinando.

Sono storie di scuole che penso resistenti in questo momento in Palestinapronte a rimettere insieme pezzi di vita interrotta, ad andare oltre il conflitto.
Tra le tante (se conoscete altre realtà segnalatele):






a Gaza









Sono i bambini e le bambine che hanno paura, che piangono stretti a chi può ancora consolarli, che aspettano che finisca, che resistono, che difendono un libro, un posto dove imparare e giocare, dove ritorneranno e continueranno.

Sono tutti i bambini e le bambine nel mondo, ognuno per la vita che difende e crea.




Sono gli attivisti e le attiviste attualmente presenti nei territori bombardati, (ONG italiane che operano in Cisgiordania e a Gaza)



My Palestine - di Mousa Kraish https://vimeo.com/5021642


Nessun commento:

Posta un commento