giovedì 12 gennaio 2012

immaginazione in azione

Durante i giorni di vacanza abbiamo elaborato nuove forme espressive. Gianluca ha dovuto siglare ogni suo passaggio con un segno colorato, di forma solitamente tondeggiante.
Questi segni sono stati apposti sui fogli che gli proponevamo come base per le sue creazioni, sulle mani, sulle sedie, sui tavoli e sui muri (gianlucaaaaaaa!!!!). Naturalmente io non ho potuto fare a meno di osservarlo, di trarre le mie deduzioni, di vederlo con gli occhi della mamma che... sia mai fermarsi all'evidenza: è solo un bambino che colora. No deve esserci per forza dell'altro!




E come ogni buona riflessione che si rispetti anche questa è stata accompagnata dalla lettura di un libro, che non è proprio il manuale tipo che un genitore acquisterebbe per spiegarsi il processo creativo del proprio bambino. A meno che il genitore in questione non creda fermamente nei principi comunisti, quelli sani, quelli che prediligono l'azione e la pratica, che ripongono fiducia nelle possibilità di ognuno. Forse ho esagerato.
Comunque, per fortuna, come dicevo, un buon libro accanto aiuta a capire e ad orientarsi. Il mio libro è di Lev Vygotskij - Immaginazione e creatività nell'età infantile - editori riuniti 1990.
Trovato nella libreria della casa di Cannitello.
Cito dalla prefazione di Luciano Mecacci:" L'opera di Vygotskij si colloca, negli anni successivi alla rivoluzione del 1917, in un complesso insieme di iniziative e riforme relative alla scuola della nuova società socialista. Richiamandosi al concetto marxiano di "uomo nuovo", e non in senso dogmatico e ripetitivo come sarebbe accaduto negli anni dello stalinismo, gli psicologi e pedagogisti sovietici proposero una concezione dello sviluppo psichico infantile come processo di liberazione delle potenzialità umane individuali. L'interesse per la creatività infantile, per il gioco di gruppo, come momenti essenziali e basilari della crescita psichica del bambino, nasce nel contesto di questa visione globale di una nuova umanità libera dai condizionamenti culturali e sociali e di intere nazionalità".

La conservazione delle esperienze che i due stanno facendo adesso che hanno quasi due anni, il modo in cui poi tutto ritornerà nella loro vita futura, servirà per la conquista di nuovi territori di crescita, è un punto di fondamentale importanza e Vygotskij usa una bella metafora per spiegarlo e imprimerlo nella nostra memoria di genitori: " Accade nel cervello qualcosa di simile a ciò che succede quando un foglio di carta viene ripiegato a metà: nel punto della piegatura resta una traccia, che è insieme il risultato della modificazione prodottasi e la predisposizione al ripetersi della stessa in avvenire. Basterà ormai soffiare su quella carta ed essa si ripiegherà in quello stesso punto dove la traccia è rimasta".

La cosa bella del nostro cervello è anche la capacità che ha di creare nuovi stimoli e di combinarli fra loro, è questa predisposizione combinatrice che rende tutto più divertente ma anche più creativo. Che ci pone nella condizione di poter creare e ricreare, di guardare al futuro e non solo alle esperienze passate.  Aggiungiamo sempre nuovi elementi, ogni giorno giocando con i due le attività si moltiplicano e non solo in termini numerici ma anche come quantità di stimoli ad esse legate. E tutto contribuisce e fa esperienza: mangiare un mandarino, risolvere un piccolo puzzle di legno, incastrare, svuotare, riempire, sovrapporre, buttare per terra, raccogliere, ridere, piangere.

Ora il punto è: non è che scrivo questo post per vantarmi dell'approccio che Gianluca ha al mondo del colore, eccetera eccetera. Certo io prima passo attraverso tutti i pensieri e le riflessioni del caso, che ci posso fare, sono così, ma la mia conclusione è leggera, scevra da marxismi o materialismi o da altri ismi possibili. Scrivo per dire che è estremamente divertente osservarlo mentre compie certi gesti, e vedere che lui si diverte, concentrato come se stesse firmando importanti documenti o felicemente estemporaneo quando disegna pronunciando le sue sillabe impazzite. Insomma fa quello che ti aspetti da un bambino più o meno, e ti liberi del peso dei soliti primati che servono solo ai genitori.  Gianluca si diverte, si lascia andare, ogni tanto ruba l'i-phone a Domenico e improvvisa telefonate di lavoro, mentre lascia segni sui suoi fogli volanti. Giuseppe intanto, con un colore in mano, medita, si mette di fronte al foglio già ampiamente decorato da Gianluca e lascia un segno semplice, una linea. E se ne va.


gianluca

 giuseppe


gianluca


Come il giovane gambero di Gianni Rodari ogni cosa si può imparare se si vuole... con il coraggio e la decisione del primo giorno.


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