giovedì 8 marzo 2012

bernard friot

Stamani ho partecipato ad un incontro con Bernard Friot presso la scuola media statale Garibaldi di Palermo. Incontro organizzato dall'associazione Oliver in collaborazione con Institut français di Palermo.
Ho ascoltato attenta. Ho potuto seguire da sola un incontro con uno scrittore e di questi tempi non mi pareva vero.Impegnativo ritagliarsi spazi di silenzio e di ascolto, spazi di silenzio per mettersi in ascolto. La cosa strana e forse bella però è che poi i due io me li porto sempre dietro mio magrado.Stanno nella mia vita ormai, nei miei pensieri, nelle parole ascoltate, nei suggerimenti raccolti. Anche un incontro con Friot si trasforma quindi in un insegnamento per me. me-mamma intendo. Friot parla in modo semplice, usa tante e belle metafore, fa spesso riferimento alla sua vita e nelle cose che scrive e che dice c'è il sentimento della vita, quello che lui si sforza di raccontare ai suoi piccoli lettori. Non importa se si debba parlare della morte o del silenzio o ancora del sentirsi incompresi, ci sono parole che sanno declinare i sentimenti più nascosti o temuti. Sono parole semplici, compresse come le sue storie che leggi in meno di tre minuti. O le sue piccole poesie di 10 parole. Un esercizio che consiglia per cogliere forse l'essenza di un pensiero. Perché si può dire tanto con poco, poco rumore, poco clamore. 
Friot è un osservatore attento, è stato insegnante, sa chi si trova di fronte o è pronto a scoprirlo ogni volta. Descrive Anna che gli sta di fronte con le sue unghie pittate di verde, la sua sciarpa, gli stivali, il modo di muovere le mani, le legge dentro gli occhi e forse anna si è emozionata pure quando si è sentita 'raccontata' come il personaggio di una storia. Stamani Friot ha usato parole antiche e dense come: 
morte
fantasia
racconto
parole
poesia
silenzio

Con dolcezza ha accolto un ragazzino che gli ha portato la ricetta della crostata della nonna portata a scuola in occasione dell'incontro con lo scrittore. Gli ispirerà una storia ha detto e secondo me avrà il profumo del garbo del ragazzino che è uscito dall'aula scusandosi per il disturbo. 


Verrebbe voglia di scrivergli un biglietto, come si faceva una volta, di quelli che poi si mettono dentro una busta: ' Signor Bernard Friot grazie, per la serenità del suo sguardo, per il suo sorriso accogliente. Ho provato una sintonia immediata nei suoi confronti, avrei potuto dirle e chiederle tante cose, invece mi prendo e conservo il tempo passato ad ascoltarla stamani. Lei è una persona capace di dare senso alla vita delle parole'.

3 commenti:

  1. che belle parole!
    fortunata che hai potuto ascoltare.....
    baci
    stefi

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  2. Che bel post Vivian! Le parole giuste per descrivere di un autore fuori dal comune.
    mi ha fatto piacere vederti stamattina :-)
    Maria

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  3. grazie a voi e grazie a maria per il suo lavoro che ci permette di poter ascoltare persone come friot a palermo

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