venerdì 30 marzo 2012

un amico frivolo-favolo

Io e i due abbiamo un amico che gioca con le parole, ha il nome di un cantante neomelodico e si fa le foto da solo, è divertente, le sue favole hanno titoli simpatici, cominci a leggerle e non sai come andrà a finire.
Come il sasso nello stagno di cui palra Rodari nel libro Grammatica della fantasia:

'Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad avere tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni.
Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere'.


Il nostro amico sa che le parole adorano giocare, rincorrersi, cambiare posto, travestirsi e poi sparire, ma sa pure che dopo averle lette restano nella memoria, si fanno portare in braccio o sulle spalle, ti restano attaccate addosso. Se poi le parole sono quelle delle favole frivole ti fai una bella risata e non ci pensi più.


Il Re Mandarino

Sotto un ramo di pompelmo,
scettro in mano e in testa l’elmo,
comandava il Mandarino,
tiranno aspro e luciferino.
Al suo fianco, saggio e dotto,
stava il buon vecchio Chinotto.
La regina Clementina,
sua compagna libertina,
da tempo aveva sottomano
una tresca col Brasiliano.
Un bel dì il sovrano
mise a punto un bel piano:
«Da oggi il regno entra in guerra
contro ciò che è sotto terra!»
Ricorrendo al suo acume,
convocò ogni agrume
e ,dando fiato alle laringi:
«Spremete tutti le meningi!»,
ordinò tosto il mammalucco,
così il popolo divenne succo
e, come pioggia sopra un lenzuolo,
sparì il regno nel sottosuolo.


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