domenica 1 aprile 2012

questioni di genere


in questo blog parliamo spesso di libri, ne siamo appassionati, fanno parte della nostra quotidianità perché stanno con noi da tanto tempo. adesso che ci sono i due ne collezioniamo di nuovi e belli, colorati e interessanti. la passione per i libri dovrebbe imporre condivisione: condivisione della passione e della conoscenza acquisita attraverso letture e analisi approfondite. chi lavora con i libri poi sa quanto molteplici siano i livelli di comprensione, in quanti modi sia possibile raggiungere la verità di una storia e in quanti aspetti sia possibile declinarla. chi conosce i libri ne parla come di amici fidati, dispensatori di alternative esperienze di crescita. chi condivide il proprio lavoro con i bambini e i ragazzi sa quanto vivo sia l'interesse se destato nel modo giusto. 
un libro può aiutare ad esprimersi meglio, a raccontare con parole nuove un'altra storia che poi è anche vicina alla mia, i bambini ci trovano colori e divertimento, storie buffe e parole nuove, i ragazzi provano a scoprirsi e riconoscersi, a dare parola a tutti quei nuovi moti dell'animo che turbano ma che sono fonte di crescita se giustamente indirizzati. l'associazione hamelin ha scelto di portare in giro i libri, quelli noi e quelli vecchi, le storie di oggi e quelle di ieri, lo fa nelle scuole con bambini e ragazzi. lo fa con una rivista che approfondisce tematiche legate alla letteratura per l'infanzia e l'adolescenza

lo fa con la semplicità di chi crede che i ragazzi abbiano tanto da esprimere ancora, sia quelli  che hanno da sempre avuto un rapporto con i libri che quelli che li hanno persi un pò per strada. hamelin è un tramite tra i ragazzi e la scuola e anche le famiglie. aiuta a scegliere, a consigliare, a leggere oltre le parole. 

ho conosciuto hamelin grazie al sicilia queer filmfest, in occasione dell'incontro svoltosi presso la libreria garibaldi giorno 29 marzo per presentare il numero 29 della rivista curata dall'associazione avente come tema le questioni di genere. il festival ha avuto la sua prima edizione a palermo lo scorso anno, all'interno è stata strutturata una sezione legata alla scuola e alla formazione inerente le stesse tematiche del festival. ovvero questioni di genere e omogenitorialità vissuti all'interno di strutture come la scuola e ancora poco comprese, individuate come facenti parte di un sempre crescente numero di persone.  l'edizione 2012 del festival si svolgerà a palermo da 1 al 7 giugno



a questo proposito ricordiamo l'associazione della famiglie arcobaleno.
associazione di famiglie omosessuali che svolgono un'importante azione di sensibilizzazione all'interno dei comuni luoghi di vita. si perché è fuori che si vive e si ritrova la semplicità e la verità di gesti e parole. è già difficile per le famiglie di tutti i tipi direi. non conta solo l'omogenitorialità che in un paese come il nostro viene spesso velata di imperfezione, ma tutte le famiglie che cercano di seguire un sistema di vita lontano dalle regole comuni creano una qualche forma di dissenso. sia chiaro una bella sensazione da mantenere e amplificare. 
un merito delle famiglie arcobaleno è stato quello di aver dato una base ampia e solida a quanti volessero allargare, come dicono nella presentazione della loro attività, il concetto di famiglia, ovvero sostenere le coppie omosessuali che vogliono avere figli. l'associazione è stata e continua ad essere un supporto, uno scambio di conoscenze ed esperienze. 

c'è poi la casa editrice lo stampatello che cerca di affrontare con un linguaggio semplice i temi dell'omogenitorialità e dell'omoaffettività.

e sempre a proposito di libri e di chi le storie le sa raccontare condivido la lettura di un brano del libro sabotaggio d'amore di amelie nothomb che riprende alcuni dei temi affrontati da hamelin nell'incontro che si è tenuto a palermo e che racconta di una semplicità che oggi più che mai va recuperata e custodita, anzi no gridata al mondo intero. forse il compito più difficile come educatori, come genitori è l'educazione ai sentimenti e alla libertà. mi piacerebbe crescere figli e vedere figli d'altri capaci di dire sempre cosa pensano, capaci di esprimere le loro emozioni e di non aver paura a manifestare le proprie volontà.

grazie a quanti lavorano perché siano sempre di più le scelte di libertà
hamelin
sicilia queer filmfest
famiglie arcobaleno

da 'sabotaggio d'amore' di amelie nothomb

"si impone qualche precisazione ontologica. fino a 14 anni ho diviso l'umanità in tre categorie:donne, bambine e ridicoli. tutte le altre differenze mi sembravano aneddotiche: ricchi e poveri, cinesi o brasiliani, padroni o schiavi, belli obrutti, adulti o vecchi, quelle distinzioni erano sì importanti, ma non influivano sull'essenza individuale. 
le donne erano persone indispensabili. preparavano da mangiare, vestivano i figli, insegnavano loro ad allacciarsi le scarpe, pulivano, fabbricavano dei bambini con la pancia, indossavano vestiti interessanti. 
i ridicoli non servivano a niente.
la mattina i ridicoli grandi andavano in ufficio, che era una scuola per adulti, cioè un posto inutile.
la sera vedevano gli amici, attività poco onorevole di cui ho parlato sopra.
in realtà i ridicoli adulti erano rimasti molto simili ai ridicoli bambini, con una differenza non trascurabile:loro avevano perso il bene dell'infanzia. ma le loro funzioni non cambiavano granché e il loro fisico nemmeno.
in compenso c'era un'enorme differenza fra le donne e le bambine. innanzitutto non erano dello stesso sesso, bastava guardarle per rendersene conto. e poi il loro ruolo cambiava moltissimo in base all'età:passavano dall'inutilità dell'infanzia all'utilità primordiale delle donne, mentre i ridicoli rimanevano inutili tutta la vita....
... le donne e i ridicoli erano menomati.
il loro corpo presentava errori il cui aspetto non poteva ispirare che il riso.
solo le bambine erano perfette
nel loro corpo non sporgeva niente, né un'appendice grottesca, né ridicole protuberanze.
erano concepite alla perfezione, profilate per non offrire alcuna resistenza alla vita.
non avevano un'utilità materiale, ma erano più necessarie di chiunque altro, perché erano la bellezza dell'umanità, la vera bellezza, quella che è pura gioia di esistere, dove non c'è nessun intralcio, dove il corpo è felicità dalla testa ai piedi. 
bisogna essere stati una bambina per sapere che sensazione deliziosa può essere avere un corpo.
cosa dovrebbe essere il corpo?
un oggetto di puro piacere, di pura letizia.
appena il corpo presenta qualche disturbo, appena il corpo è un impaccio è la fine.
mi accorgo solo ora che all'aggettivo liscio non corrisponde nessun sostantivo.
non c'è da meravigliarsi: in qualsiasi lingua, il vocabolario della felicità è sempre stato il più povero.
mi si dia licenza di coniare il termine "liscezza" per dare un'idea, agli impediti di ogni genere, di che cosa voglia dire un corpo felice.
platone definisce il corpo uno schermo,  una prigione, e gli do cento volte ragione, tranne che per le bambine. se platone fosse mai stato una bambina avrebbe saputo che il corpo può essere esattamente il contrario: lo strumento di tutte le libertà, il trampolino delle più deliziose vertigini, il santo a campana dell'anima, la cavallina delle idee, scrigno di virtuosismo e di velocità, unica finestra del povero cervello. è chiaro non tutte le bambine sono belle, ma anche le bambine brutte si guardano con piacere.
e quando una bambina è carina, quando una bambina è belle, il più grande poeta d'italia le consacra la sua opera intera, un grandissimo logico inglese perde la ragione per lei, uno scrittore russo fugge dal suo paese per dare il suo nome a un pericoloso romanzo, ecc.
perché le bambine fanno impazzire.
fino a 14 anni mi piacevano le donne, mi piacevano i ridicoli, ma pensavo che innamorarsi di qualcuno che non fosse una bambina non avesse alcun senso"


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