I veri maestri ascoltano e osservano, si pongono in mezzo alla vita e alla storia.
Oggi Mario Lodi compie 90 anni. Maestro per tutta la sua lunga vita. Un maesto dei tempi, di tutti quelli che ha vissuto e che ha saputo trasformare con il suo lavoro.
Un maestro che ha ascoltato i bambini, ha dato loro strumenti nuovi e ne ha ricavato esperienze di crescita e di partecipazione creativa ineguagliabili. Non era facile dopo la guerra, dopo la prigione subita per motivi politici, non era facile in un'Italia da ricostruire e in un paese che doveva cancellare le parole del regime. Ma lui ha 'messo in pratica' un pensiero, gli ha dato la forma della scuola, della creatività, della lettura, della scrittura, dell'invenzione di favole. Un maestro della scuola pubblica, quella che Giuseppe e Gianluca hanno imparato a conoscere in questi mesi di asilo. Una scuola nella quale ci troviamo come a casa ma in mezzo al mondo. Credo nel lavoro delle persone che incontro ogni giorno in questa scuola, credo nella professionalità e nell'esperienza, nella libertà che esprimono e che trasmettono.
“Care maestre e cari maestri, mi è capitato spesso, in questo periodo, di ricevere lettere o telefonate da qualcuno di voi. La domanda che mi viene rivolta con maggiore insistenza è: “Come facciamo a insegnare, in tempi come questi?”. I sottintesi alla domanda sono molti: il ritorno del “maestro unico”; classi sempre più affollate; bambini e bambine che provengono da altre culture e lingue e non sanno l’italiano etc.
Anch’io, come voi, soprattutto nei primi anni della mia attività di maestro, mi ponevo interrogativi analoghi. Ho cominciato ad insegnare subito dopo la guerra. Le classi erano molto numerose. Capitava anche di avere bambini e bambine di età diverse.
Forse qualcuno di voi ha la brutta sensazione di lavorare come dopo un conflitto: in mezzo a macerie morali e culturali, a volte causate dal potente di turno – ce n’erano anche quando insegnavo io – che pensa di sistemare tutto con qualche provvedimento d’imperio. I vecchi contadini delle mie parti dicevano sempre che i potenti sono come la pioggia: se puoi, da essa, cerchi riparo; se no, te la prendi e cerchi di non ammalarti e, magari, di fare in modo che si trasformi in refrigerio e nutrimento per i tuoi fiori.
Il mio augurio per il nuovo anno scolastico è questo: NON SENTITEVI MAI DA SOLE E DA SOLI! Prima di tutto ci sono i bambini e le bambine, che devono essere nonostante tutto al centro del vostro lavoro e che, vedrete, non finiranno mai di sorprendervi. Non dimenticate che davanti al maestro e alla maestra passa sempre il futuro. Non solo quello della scuola, ma quello di un intero Paese: che ha alla sua base un testo fondamentale e ricchissimo, la Costituzione, che può essere il vostro primo strumento di lavoro.
Siate orgogliosi dell’importanza del vostro mestiere e pretendete che esso venga riconosciuto per quel moltissimo che vale.”
(dal sito http://www.scuolaoggi.org - di Federico Niccoli)
...davanti al maestro e alla maestra passa sempre il futuro. Ecco, il mio futuro è pieno dei 'due', pieno delle conquiste quotidiane, dei momenti senza controllo, della calma dei momenti di gioco, è pieno dei gesti che sono conquiste di indipendenza, di novità che stanno diventando parole ed espressioni nuove.
A scuola tutto questo continua e migliora quello che a casa avviene a volte spontaneamente o dopo attente osservazioni dei loro comportamenti.
C'è un filo che lega tutto e mi fa sentire meno sola in questa fase di crescita delicata e turbolenta. Due aggettivi opposti, come opposte a volte sono le reazioni dei 'due' o i miei stati d'animo, opposte le direzioni e gli arrivi.
E questa sera a fare gli auguri a Mario Lodi ci mettiamo anche Don Milani
'L'obbedienza non è una virtù'. Bisogna insegnare anche questo. Si.
Mario Lodi per immagini. Dal volume "Mario Lodi maestro", Giunti (Gus), 2011
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