venerdì 3 febbraio 2012

G_I_O_C_A_R_E

la lego ha da poco lanciato la nuova linea per bambine lego friends.
si tratta di mattoncini rosa facili da assemblare e di pupazzette tutte in tinta e tirate che le bambine potranno accompagnare dal parrucchiere oppure a fare shopping.
questa nuova strategia di mercato è stata definita da più parti sessista perché alimenterebbe stereotipi di genere. come dire che le bambine non hanno alternative al rosa shocking, ai bambolotti da accudire, alle barbie da agghindare. ma mi sono chiesta se anche le critiche al complotto sessista in caso di bambini non siano un pò da incastrare in un discorso più ampio. mi spiego. se solo si provasse a mettere da parte atteggiamenti vincolanti la libertà dei bambini staremmo tutti molto meglio.naturalmente la nuova linea lego è solo uno dei tanti giochi tra cui scegliere, ma sicuramente influenza chi sceglie. la linea lego è solo un gioco, ma il pensiero che guida la maggior parte delle persone quando scelgono un regalo è un atto di responsabilità. significa mettere da parte il pensiero fin troppo  comodo della divisione dei ruoli, delle categorie maschio e femmina, del controllo della libertà. è un'occasione sprecata quando chi sceglie non valuta le alternative e considera antichi giochi di legno, o poveri oggetti casalinghi, poco stimolanti. perché proprio questi possono diventare i giochi migliori.
non si tratta di applicare regole precostituite, è importante la volontà che ci mettiamo come genitori (ma anche amici, nonni, zii...) a fare in modo che ogni cosa diventi gioco, stimoli la fantasia e la curiosità.
non ci sono materiali o tipologie di oggetti precise. c'è da assecondare fasi di crescita e modalità di essere curiosi che cambiano di mese in mese. e da bambino a bambino.
la mia difficoltà, o chiamatela sfida, oppure la cosa bella è che io di bambini ne ho 2 e devo gestire due richieste e due risposte e quindi il gioco è più divertente, ma anche sfiancante. difficile trovare il gioco che li entusiasmi contemporaneamente e quando lo trovo devo gestirlo l'entusiasmo. in ogni caso resta un'esperienza stimolante, perché poi loro prendono l'iniziativa e il gioco si trasforma.
da autodidatta della pedagogia montessori (leggo libri, mi confronto con altre amme in rete) ho commesso qualche errore, a volte con alcuni giochi ho anticipato un pò i tempi, ma sono tornata indietro sicuramente non sconfitta ma con qualche informazione in più. quello che più mi affascina è la semplicità dei gesti e dell'approccio. nel senso che a volte senza saperlo ho fatto cose che stavano tra quelle consigliate. ecco forse, ho pensato, si tratta solo di buon senso.
anche io apprendo attraverso i sensi, osservo due esseri umani curiosi della vita, pronti a prenderla a morsi come un biscotto e che per questo vanno accompagnati. tutta l'esperienza dell'asilo poi completa i miei sforzi o i miei completano quelli di una maestra sempre più attenta e capace di stupirsi di ogni conquista fatta insieme. la condivisione dell'esperienza accresce la voglia di continuare a dare il meglio e a ricevere meglio.
il buon senso, appunto, ci libererebbe da giocattoli rumorosi e fanta-colorati, troppo rosa o troppo tutto. e ci regalerebbe un ambiente più sereno, libero, ordinato e da riordinare, nel quale muoversi liberamente, individuare quello che serve per giocare, poterlo prendere da soli. un pò per volta.
la nostra casa si è trasformata per forza di cose, di due cosi.
e gli spazi a loro dedicati pure.
così ultimamente ho provato ad organizzare un angolo del soggiorno così:



e poi c'è la cucina hand made
e tutti gli oggetti 'in cucina' con i quali si fa finta



e allora, quali che siano le strategie di mercato sta a noi decidere se farci condizionare o no. sappiamo noi che figli vogliamo crescere, e non necessariamente avere meno (meno giochi) significa crescere male. io, per esempio, non dimenticherò mai le coperte di lana della nonna anna con le quali costruivamo le case in balcone.

esempio di gioco attacca e stacca:
etichette adesive da staccare e appiccicare su un altro foglio o sul tavolo, sui vestiti, sul viso. il gioco si è trasformato da solo. fino a quando tutti non eravamo ricoperti di pallini colorati.






che poi la ditta lego lo scorso anno aveva lanciato questa fantastica campagna pubblicitaria. il claim? builders of tomorrow




Nessun commento:

Posta un commento