giovedì 24 maggio 2012

23_maggio_1992


Ciao Vivi. Stamattina ho accompagnato Ines a scuola e avevano organizzato una piccola manifestazione per ricordare il ventennale della morte dei nostri giudici.Qualche giorno fa era tornata a casa farfugliando una poesia sulla legalità..sulle prime mi sono chiesta perchè, poi mi era sembrato quantomeno un pò prematuro, ma oggi quando li ho visti lì, sotto la pioggia triste di questa giornata, gli occhietti accesi, le manine calde alzate a sventolare bandierine fette da loro ho cominciato a piangere e aimè non ho più smesso. Sono tornata indietro ai miei sedici anni, a quei pomeriggi, alle esplosioni sentite con le mie orecchie, alle ore di pianto, che mia mamma mi ha ricordato oggi al telefono, alle riunioni con i miei amici, alle messe dei funerali, la prima da sola nella chiesa affollata di San Domenico che non avevo mai neanche visto, e la seconda come scout nella chiesa che era la mia ma anche quella della famiglia Borsellino. Oggi come allora mi sento dentro quel dolore, ancora forte, ancora vivo, ancora acceso. Vedo i loro occhi,nelle interviste rilasciate allora, disponibili a guardare dritto ma anche ad abbassarsi, modesti, sinceri, onesti, portatori di un messaggio, appassionati, forse anche un pò rassegnati. Quello che sento oggi fortemente è questa  sicilianità, la mia appartenenza ad una terra , ad un luogo, ad un popolo, pur nelle specifiche differenze, e una profondissima malinconia. Tu come ti senti oggi?E dov'eri vent'anni fa? Un abbraccio forte,fede.

Cara Federica
avrei pianto insieme a te, avrei sentito nascere in gola la stessa emozione.
Il 23 maggio del 1992 ero a Caltanissetta, la scuola ormai era finita per noi che preparavamo l'esame di maturità.
Ero con i miei genitori a casa
Poi a fine giuno la manifestazione a Palermo, sempre con loro.
E poi il 19 luglio
E poi palermo è diventata la mia città, quella dove in un caldo agosto del 92 ho cominciato a cercare la mia prima casa.
Io mi ricordo che ho sentito questa città sicura, ho voluto prenderla così
Altrimenti non avrei potuto viverla
La facoltà di architettura me l'ha fatta scoprire bella e piena, con la bicicletta l'ho percorsa ovunque e a tutte le ore
Palermo mi ha insegnato a 'quartiarmi', si dice così?
E poi i nuovi amici, tutte le storie, le esperienze, le cose viste e sentite.
E poi a Palermo sono nati i nostri figli, e qui vivono e non so se ci resteranno
Ma abiteranno un sud, anche se non so se valgano ancora queste distinzioni.
Come scrivi sentiamo forte questa 'sicilianità' che sta nella fierezza e nel coraggio, negli sguardi dritti e sinceri, nella paura che sappiamo trasformare in forza. Caratteristiche delle donne e degli uomini che ce la fanno in qualunque parte del mondo forse.
A Palermo c'è che si cresce incontrando la mafia
E la mafia non è solo quella del 23 maggio 1992 o del 19 luglio 1992, abbiamo contatti quotidiani con questa parola che ne comprende tante altre
Credo che gli strumenti che dobbiamo dare ai nostri figli e alle nostre figlie
siano quelli che li possano aiutare a riconoscere i gesti, gli sguardi, le parole dette e quelle sentite, a chiedersi sempre perché, a saper contestare l'autorità, a saper decifrare, a saper guardare una città piena di bellezza e di sofferenza, imparandone codici e comportamenti ma non necessariamente mettendoli in pratica tutti s'intende.
In parte lo faranno da soli, è un processo quasi naturale.
Certe cose ti si attaccano addosso in questa terra calda e assolata
Oggi però pioveva e la pioggia pulisce, lava, rigenera, dà vita
Ecco, oggi la pioggia ci stava
non fosse altro che per confondersi con le lacrime.
Un abbraccio forte.

1 commento:

  1. Già,riconoscere gli sguardi,i gesti,le parole.Attraverso i bimbi un nuovo inizio.Ciao Vivina e un bacio

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